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"Un ingresso solo per i neri?", post denuncia contro discoteca diventa un caso

16 gennaio 2017 | 16.18
LETTURA: 4 minuti

(post Facebook Abi Zar)
(post Facebook Abi Zar)

"Io che pago per entrare in un luogo pubblico non posso in un alcun modo essere soggetto ad un atto di puro razzismo cosí ingiustificato e umiliante". Abi Zar, un ragazzo cresciuto nel modenese che ora vive a Londra, ha scelto di affidare ai social la denuncia di un grave episodio discriminatorio cui è stato vittima venerdì scorso. Al momento dell'ingresso al locale Kyi di Baggiovara, alla periferia di Modena, il ragazzo, l'unico con la pelle nera del suo gruppo di amici, è stato invitato dai buttafuori a utilizzare l'entrata secondaria.

"Eravamo 4 maschi e una femmina", racconta il ragazzo su Facebook, "il locale in questione contava due ingressi: uno vuoto dove nessuno era in fila e l’altro invece usato dai clienti. Logicamente il nostro gruppo si avvicina all’ingresso usato da tutti ma al momento di andare a prendere il ticket dalla ragazza fuori, il buttafuori si avvicina a noi e mettendosi davanti mi mette la mano sul petto e mi ferma: 'Devi usare l’altra entrata'". A quel punto il ragazzo ha chiesto spiegazioni ma la replica non ha fatto altro che peggiorare la situazione: "Mi dispiace, è la regola".

"Io sono un uomo di colore nero - si legge ancora nel post-denuncia - però davvero, é questo ciò che sta succedendo? Possibile che nel 2017 'i neri' abbiano un ingresso diverso dai 'bianchi'? Assurdo, inammissibile, vergognoso". Il ragazzo ha poi spiegato le ragioni che lo hanno portato a denunciare pubblicamente la vicenda. "Lasciare perdere - scrive - sarebbe significato tradire tutto quello per cui ho lavorato fino ad ora, i miei principi e i valori per me sacri. Lasciar perdere significherebbe dare forza a questo tipo di trattamento e di regole". Infine si è lasciato andare ad un commento amaro: "Sono molto deluso, triste, e mi sento ripudiato dal paese che dovrebbe rappresentare casa mia ma che raramente lo è stato e ormai non lo è piú".

Il post ha fatto rapidamente il giro del web, suscitando rabbia e indignazione. L'agenzia Mo.Ma, responsabile dell'organizzazione della serata, è quindi intervenuta per smorzare i toni della polemica e spiegare la propria posizione in merito. "Siamo sorpresi da un'accusa che non ha senso, è grave e ci offende", scrive lo staff su Facebook, "accusa nata probabilmente da una molto più comune incomprensione all'ingresso del locale". L'agenzia ha tenuto a precisare che "vi sono file dedicate ai clienti in lista, file dedicate ai clienti che hanno prenotato un tavolo e file dedicate a chi, non avendo effettuato prenotazioni pagherà il biglietto 'intero' per accedere" per cui "non c'è nessun intento discriminatorio da parte nostra ma solo il tentativo di premiare e privilegiare i clienti più affezionati che si mettono in lista per entrare o che arrivano prima di un determinato orario".

La versione fornita dal Mo.Ma. è stata però ulteriormente smentita da Abi Zar. "Ora spiegatemi per favore - scrive il ragazzo sui social - perché prima di questo benestare ero l'unico e ripeto ancora una volta l'unico che secondo questa vostra regola doveva fare la fila dall'altra parte (dove oltretutto non c'era nessuno). Sono poi venuto a conoscenza che forse per problemi avuti in passato con altre persone qualcuno ha deciso di introdurre questa 'regola'. È quindi altamente discriminatorio che per problemi passati, io che non abito nemmeno più qui in Italia, che scendo solo per vacanza ed esco per una serata in discoteca debba subire un trattamento simile".


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