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Lo 'spettacolo Gender' per le scuole diventa un caso. E parte l'offensiva per fermarlo

23 gennaio 2017 | 16.20
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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S'intitola 'Fa'afafine - Mi chiamo Alex e sono un dinosauro' lo spettacolo teatrale destinato ad un pubblico di bambini e adolescenti divenuto oggetto di dibattito. L'opera del regista Giuliano Scarpinato, in scena nei teatri italiani e rivolto agli alunni dagli 8 ai 16 anni, affronta un tema controverso, quello dell'identità di genere, che da sempre divide l'opinione pubblica. In particolare la polemica è esplosa a Vicenza dove lo 'spettacolo Gender', in programma il prossimo 7 marzo, ha diviso i cittadini tra favorevoli e contrari alla sua messa in scena.

Ad alzare i toni della discussione, scoppiata anche sul web, sono stati soprattutto alcuni esponenti politici. "Scriverò al ministro Fedeli per chiedere che venga impedita la diffusione di questa iniziativa distorsiva per l'educazione dei giovani e che rischia di rivelarsi una vera e propria violenza psicologica nel periodo di particolare fragilità e confusione dei nostri ragazzi!", ha commentato sui social l'assessore all'istruzione della regione Veneto Elena Donazzan (Forza Italia).

Di opinione opposta è invece il vicesindaco di Vicenza Jacopo Bulgarini D'Elci che ha condiviso su Facebook un commento ironico: "Poveri ragazzi! Sia mai che riflettano, che venga loro un dubbio, che imparino ad accettare la differenza come un valore positivo e non come una minaccia o una mostruosità! Proteggiamo dunque i giovani virgulti, impediamo loro di andare a teatro, e visto che ci siamo al cinema, o anche solo di guardare una serie TV, leggere un libro, ascoltare una canzone! Ovunque, ovunque, artisti perversi minacciano con le loro idee sovversive la sana e robusta costituzione dei nostri giovani!"

Nel frattempo l'associazione 'Generazione Famiglia' ha lanciato sul web una petizione (da oltre 80 mila firme) per chiedere al ministero dell'Istruzione di impedire che le scuole portino gli alunni a vedere "uno spettacolo profondamente dannoso per il sano sviluppo psicoaffettivo dei nostri figli e dei nostri nipoti, ennesima infiltrazione dell'ideologia Gender nelle nostre scuole ed ennesima gravissima violazione del diritto di priorità educativa delle famiglie".


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