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Cassazione: sì a trascrizione nozze tra due donne

01 febbraio 2017 | 21.12
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La Corte di Cassazione ha rigettato, in quanto improcedibile, il ricorso del Comune di Santo Stefano del Sole contro la decisione della Corte di Appello di Napoli del 7 luglio 2015 con la quale, in riforma del decreto del Tribunale di Avellino, si ordinava al Comune di trascrivere il matrimonio celebrato in Francia fra due donne, Giuseppina La Delfa e Raphaelle Hoedts. Lo rende noto lo studio legale Schuster che ha seguito la vicenda sottolineando che con questa sentenza l’Italia ha riconosciuto, con efficacia di giudicato, il primo matrimonio fra due persone dello stesso sesso.

Per Giuseppina La Delfa, co-fondatrice dell’associazione Famiglie arcobaleno, si tratta di una vittoria importante per la loro famiglia. "Questa notizia è importante per noi poiché significa la fine delle battaglie giuridiche per il riconoscimento del nostro matrimonio in Italia - ha detto - Anni di lotte, di spese, di preoccupazioni per potere finalmente e definitivamente poter dirsi sposate come lo siamo effettivamente da quasi quattro anni, dopo più di trent'anni di convivenza. L’accanimento dello Stato italiano a non riconoscere l’uguaglianza di tutti i suoi cittadini di fronte alle leggi rimane per noi incomprensibile. Oggi come straniere godiamo di più diritti delle coppie omosessuali italiane. Speriamo che questo paradosso possa essere d’aiuto ai nostri amici italiani e agevolare loro la strada verso la piena eguaglianza".

Per l’avvocato Alexander Schuster, che ha seguito la famiglia sin dall’inizio, è una conferma importante: "Che questo matrimonio andasse trascritto sin da subito è un fatto ora acclarato e incontestabile nell’ordinamento italiano. Ciò dimostra che il diritto italiano non è impenetrabile al riconoscimento di matrimoni fra due persone dello stesso genere e questo dato è assai importante". Il fatto che la Cassazione abbia deciso in punta di diritto, senza entrare nel merito, è "scelta maturata in quasi sette mesi dall’udienza del 15 luglio, il che rende evidente la riflessione che sta dietro questa decisione della Suprema Corte".

Il Comune è stato condannato, altresì, al pagamento delle spese di lite per un totale, oneri inclusi, di 6.128,30 euro. "Un chiaro monito - commenta il legale - affinché l’Avvocatura dello Stato smetta di opporsi sempre e comunque ai diritti reclamati da cittadini italiani, ingenerando spese che poche famiglie possono sostenere".

I tre gradi di giudizio sono stati curati dallo studio legale avvocato Alexander Schuster, con la collaborazione dell’avvocato Giuseppe di Meo del Foro di Avellino, patrocinante in Cassazione.

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