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Dipendente esce durante malattia: può farlo?

09 febbraio 2017 | 14.31
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Fasce di reperibilità per malattia "armonizzate ed estese: almeno 7 ore per tutti" i lavoratori, pubblici e privati. E' questa l'ipotesi delineata oggi dal presidente dell'Inps Tito Boeri, nel corso di un convegno alla Camera. Ma che succede se durante gli orari di reperibilità il lavoratore malato è costretto ad assentarsi? Nei giorni di malattia, il dipendente è costretto a rimanere a casa durante le cosiddette fasce orarie di reperibilità per consentire al medico fiscale, inviato dall'Inps, di eseguire la visita di controllo

Solo se sussiste un giustificato motivo, scrive il portale 'laleggepertutti', è possibile assentarsi, previa comunicazione all'Inps e al datore di lavoro. Se però, per ragioni di urgenza, non è possibile fornire tale preventiva comunicazione (come nel caso di un ricovero o dell'assistenza a un familiare in pericolo di vita), bisognerà essere in grado di provare tale necessità. Il dipendente che esce durante la reperibilità non solo rischia la perdita del trattamento economico, ma anche il licenziamento se il comportamento viene reiterato più volte.

Il punto su cui, però, spesso ci si interroga – e che crea non pochi equivoci – è se, al di fuori degli orari di reperibilità, il lavoratore sia libero di uscire di casa o meno. La risposta non è netta: tutto dipende da cosa deve fare. La legge gli impedisce di compiere attività che possano pregiudicare la sua guarigione, anche nei momenti che non rientrano nelle fasce di reperibilità. Il dipendente quindi ha l'obbligo di agevolare il rapido decorso della malattia, senza allungare la relativa degenza: ciò per evitare che il malanno possa protrarsi oltre il dovuto, privando l'azienda di un proprio collaboratore.

Secondo la giurisprudenza della Cassazione, ci si può assentare fuori dagli orari delle visite fiscali, a patto, però, che tale comportamento non pregiudichi la pronta guarigione del dipendente. Anche se la malattia è realmente esistente – e attestata dal certificato medico – la legge vieta al dipendente qualsiasi comportamento inadeguato che possa ritardare la degenza e il rientro sul lavoro. In caso di comportamento che possa allungare la malattia, il lavoratore può essere licenziato per giusta causa, ossia senza preavviso.

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