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Caso Ragusa, niente carcere per il marito condannato in primo grado

14 febbraio 2017 | 19.47
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(Fotogramma)
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Antonio Logli resta libero, non andrà in carcere dopo la sentenza di primo grado, ma i giudici hanno stabilito nuove prescrizioni per assicurare la reperibilità del condannato.

Il Tribunale del Riesame di Firenze ha respinto il ricorso presentato dalla Procura di Pisa contro la decisione, presa dal giudice del Tribunale di Pisa, di disporre per Antonio Logli, condannato a 20 anni per l'omicidio della moglie Roberta Ragusa, l'obbligo di dimora notturno nella sua abitazione anziché la custodia cautelare in carcere, come invece richiesto dal pm Aldo Mantovani.

Antonio Logli è stato condannato lo scorso 21 dicembre per l'omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa, scomparsa dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, dove viveva con il marito.

A Logli è stato confermato l'obbligo di dimora nei comuni di Pisa e San Giuliano e il divieto di uscire di casa dalle ore 21 alle 7 del mattino.

Il Tribunale del Riesame ha poi integrato l'obbligo di dimora notturno a carico di Antonio Logli con il divieto di espatrio e a tal fine gli ha ritirato il passaporto e ogni altro documento di identità idoneo a recarsi all'estero. Sempre il Riesame ha imposto prescrizioni a Logli per assicurare la sua reperibilità.

Il condannato dovrà comunicare giornalmente i suoi spostamenti alla polizia giudiziaria e i luoghi che intende frequentare per essere reperibile.

Il Tribunale del Riesame ha respinto sia il ricorso della Procura di Pisa, che chiedeva il carcere per il condannato, che quello degli avvocati difensori di Logli, Roberto Cavani e Saverio Sergiampietri, che chiedevano l'attenuazione della misura cautelare.

Adesso sia la Procura che i difensori, dopo aver letto la decisione del Riesame, potranno valutare se presentare appello.

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