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Si era sentita male in classe, quarto aborto in tre anni: condannata 20enne

08 marzo 2017 | 12.40
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Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Una studentessa si era sentita male in classe. L'insegnante preoccupata aveva subito chiamato il 118, facendo intervenire il Suem. In ospedale la verità: la studentessa era incinta e aveva assunto dei farmaci per abortire. Era la quarta volta, nel giro di tre anni, dai 15 ai 18 anni. E ieri la ragazza è stata condannata in tribunale per procurato aborto a 15 giorni di reclusione, con pena sospesa.

All'epoca dei fatti, il 20 gennaio 2015, aveva 18 anni. Di origini ghanesi, da anni a Vicenza, fu allora sentita dagli agenti spiegando che era rimasta incinta dopo un rapporto non protetto con il suo fidanzato che le aveva chiesto di abortire e allora, aveva spiegato, avendo in casa una confezione di Cytotec (farmaco che provoca interruzioni di gravidanza) ne prese 10 pastiglie, sentendosi poi male.

Agli agenti della Polizia aveva poi raccontato che era la quarta volta che abortiva, le prime tre da minorenne. Così era stata denunciata per procurato aborto, in base alla legge 194 del 1978: avrebbe dovuto andare in ospedale e non assumere farmaci in maniera impropria.

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