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Caso Garlasco, legali Stasi: "Agito correttamente. Nuove indagini per scoprire la verità"

07 aprile 2017 | 21.08
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Caso Garlasco, legali Stasi:

I legali di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, sottolineano la bontà delle indagini difensive e rimarcano l'intenzione di proseguire nella ricerca della verità sull'omicidio del 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia). Parole che arrivano a pochi giorni dall'archiviazione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.

Archiviazione Sempio? Increduli - I difensori - Giada Bocellari, Fabio ed Enrico Giarda - si erano rivolti a un'agenzia di investigazione privata e al genetista Pasquale Linarello per prelevare e analizzare il Dna di Sempio con quello trovato sulle unghie di Chiara. Un confronto che, a dire degli avvocati di Stasi, mostrerebbe una possibile compatibilità. Diversa, invece, la conclusione del pm di Pavia Mario Venditti e del gip Fabio Lambertucci. Gli avvocati e i consulenti di Stasi "sono rimasti increduli e dissenzienti, ma silenti" di fronte ai due provvedimenti dell'autorità giudiziaria "per un doveroso rispetto del valore istituzionale di tali atti"; tuttavia "non si mancherà di sviluppare ogni argomentazione in merito nelle opportune sedi".

Dna? Discutibile scelta di non approfondire - La difesa ribadisce "la doverosa necessità di sottoporre al vaglio dell'autorità giudiziaria un importante elemento riguardante la tematica del Dna ritrovato sulle unghie della vittima", per consentire "di vagliare gli specifici elementi sopravvenuti, non certo quello di accusare a priori qualcuno", come, peraltro, "non è mai stato fatto neanche in corso di processo (tantomeno la nonna di Chiara Poggi, che nel 2007 era inferma e ricoverata in una casa di riposo), allorquando si erano semplicemente evidenziate le gravi lacune investigative". Il collegio difensivo prende atto "della discutibile scelta di non affidare ad un esperto genetista un incarico per verificare la validità scientifica della consulenza Linarello".

Nuove indagini poi la revisione del processo - La difesa annuncia la volontà di andare avanti fino a una "specifica istanza di revisione, non a caso prorogata e ritardata, proprio a fronte della più impellente esigenza di approfondimento e valutazione degli elementi" presunti contro Sempio, risultato completamente estraneo alla vicenda. "L'aggressione funzionale o professionale è un segno di debolezza argomentativa e, in ogni caso, rappresenta un tentativo non accettabile di annientare la tutela del diritto di libertà e di difesa, che si continuerà, dunque, a perseguire con ogni strumento processuale, ivi comprese le indagini difensive".

Agito nel rispetto della legge - I legali di Stasi "non possono e non devono mantenere il silenzio di fronte alle gravi affermazioni" formulate in sedi televisive e non solo. "Non appare francamente accettabile ci si permetta sindacare, per di più senza contraddittorio e travalicando il diritto di critica e di cronaca, l'attività di professionisti, che hanno agito nel pieno rispetto delle norme del codice di rito in tema di indagini difensive" che il legislatore ha previsto "quale imprescindibile e sacrosanto strumento volto a rafforzare il diritto di difesa e a garantire quella 'parità delle armi', che la nostra Costituzione enuclea tra i principi cardine del 'giusto processo'". Le investigazioni difensive "sono state svolte nel pieno rispetto della legge e, in particolare, del codice della Privacy e delle disposizioni da esso richiamate". Ogni difensore "ha il dovere di tutelare gli interessi processuali dei propri assistiti e non può accettare in alcun modo che si tenti di limitarne l’operatività, laddove si resti, come nel caso di specie, nei limiti processualmente consentiti".

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