"I campi dei rifugiati" come i campi di concentramento. " Sono di concentramento per la folla di gente". Papa Francesco, nel corso della visita a San Bartolomeo all'Isola per ricordare i nuovi martiri, parlando a braccio, osserva: "Io vorrei oggi aggiungere un'icona di più: una donna, non so il nome ma lei ci guarda dal cielo. Ero a Lesbo, salutavo i rifugiati, ho trovato un uomo trentenne, tre bambini, mi ha guardato e mi ha detto: 'Padre, io sono musulmano, mia moglie era cristiana e nel nostro Paese sono venuti i terroristi. Ci hanno guardato, ci hanno chiesto la religione e hanno visto lei con il crocifisso e hanno chiesto di buttarlo giù. Lei non lo ha fatto e l'hanno sgozzata davanti a me. Ci amavamo tanto".
"Questa - dice Bergoglio - è l'icona che porto oggi come regalo qui. Non so se quell'uomo è ancora a Lesbo o è riuscito ad andare altrove. Non so se è stato capace di uscire da quel campo di concentramento, perché i campi dei rifugiati sono di concentramento, per la folla di gente. Sono lasciati lì per la colpa che devono portare avanti questo peso perché gli accordi internazionali - denuncia ancora il Pontefice - sembra che siano più importanti dei diritti umani. Questo uomo non aveva rancore, lui musulmano aveva questa croce del dolore portata avanti senza rancore. Si rifugiava nell'amore della moglie aggraziata dal martirio".