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"Sulle Ong parlano a vanvera, facessero i nomi": lo sfogo di Cecilia Strada

30 aprile 2017 | 19.31
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Su Twitter oggi ci sono un saaaacco di persone che parlano, diciamo così, un po' a vanvera. Io sono sempre supergentile ed educata sul lavoro, ma, ehi, oggi è domenica e incredibilmente sono di riposo, perciò: ma perché c.... non fate nomi e cognomi, anziché buttare calunnie e offese a caso?". Duro sfogo su Facebook per Cecilia Strada dopo le polemiche sulle Ong. La presidente di Emergency ha infatti criticato in due post distinti quanti, a suo giudizio, "lanciano il sasso e nascondono la mano", tirando in ballo tutte le Organizzazioni non governative che si occupano di migranti.

"Sarebbe tutto più comodo e semplice, ci vediamo in tribunale e morta lí. O no? Mi sembra più onesto - continua Strada - che non lanciare il sasso e nascondere la mano. Dai! (Visto che è ancora domenica, aggiungo: eh, c..... Scusa Ufficio delle risorse umane, ma oggi son di riposo. E baci)".

Nel primo pomeriggio, la presidente aveva pubblicato un altro post, dai toni più pacati, dove denunciava quanti insultavano Emergency invitandola a "vergognarsi". "Risultato del calderone di fango di questi giorni sul soccorso in mare : gente che mi scrive per insultarmi e invitarmi a "vergognarmi" perché "portate qui quelli muscolosi e ve ne fregate dei bambini che muoiono di fame in Africa", scriveva Strada per poi fare un elenco di tutte le attività di Emergency.

"Ora: non stiamo lavorando nel soccorso in mare (purtroppo, aggiungerei, avessimo soldi a sufficienza avremmo probabilmente preso anche una nave); da circa 23 anni - spiegava Strada - Emergency aiuta la gente "a casa loro", compresi questi famosi bambini affamati (chi ci critica ne ha mai visto uno? Ne ha mai aiutato uno? Mah!) per un totale di 8 milioni di persone; da 10 anni Emergency lavora anche in Italia, con ambulatori fissi e mobili aperti a chiunque ne abbia bisogno (chi ci critica ne ha mai visto uno? Ne ha mai aperto uno?)".

Continua il post: "Se metà del tempo buttato per scrivere insulti e ingiurie fosse impiegato per fare qualcosa di positivo per l'Italia, probabilmente diventerebbe un Paese bellissimo in un paio di mesi, ma evidentemente è più facile e comodo sfogare la frustrazione dietro una tastiera che non darsi da fare. Alla luce di tutto questo, semplicemente: io non mi vergogno. Nemmeno un po'. Chi ci insulta può dire lo stesso? E buona giornata a tutti", concludeva.

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