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Vaccini obbligatori a scuola, si muovono anche le Regioni

12 maggio 2017 | 13.26
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Mentre si discute nel governo sull'opportunità di rendere obbligatori i vaccini per l'accesso alla scuola dell'obbligo, alcune regioni si sono già mosse in autonomia per far fronte al preoccupante e generalizzato calo delle vaccinazioni.

A fare da apripista è stata la Regione Emilia Romagna che, a novembre scorso, ha reso obbligatorio vaccinare i bambini per iscriverli al nido. Per accedere ai nidi, pubblici e privati, bisognerà aver somministrato ai minori l'antipolio, l'antidifterica, l'antitetanica e l'antiepatite B. A giugno arriverà il responso del Tar dell'Emilia Romagna sui due ricorsi presentati, complessivamente, da una trentina di famiglie (uno tramite il Codacons e l'altro da una ventina di famiglie riminesi) contro la legge.

Nel Lazio è stata presentata una proposta di legge di iniziativa di Giunta, approvata all'unanimità il 16 gennaio dall'esecutivo guidato da Nicola Zingaretti, che intende rendere i vaccini obbligatori requisito di accesso agli asili nido pubblici e privati nel Lazio. Il testo cita espressamente i quattro vaccini attualmente obbligatori per tutti i nuovi nati: antidifteritica, antitetanica, antipoliomielitica e contro l'epatite B.

In Lombardia si punta a rendere obbligatori i vaccini per i bambini che si iscrivono all'asilo nido già da settembre 2017 dopo il via libera del Consiglio regionale lombardo a una mozione di Lombardia Popolare che ne chiede appunto l'obbligatorietà per l'accesso ai nidi.

Si è mossa in questa direzione anche la Toscana, con il via libera della giunta alla proposta di legge in base alla quale l'aver effettuato non solo le vaccinazioni obbligatorie, ma anche quelle raccomandate dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale, è requisito per l'iscrizione ai nidi d'infanzia, ai servizi integrativi per la prima infanzia e alla scuola materna. Ora la normativa sta seguendo l'iter per l'approvazione in consiglio regionale.

In Piemonte l'assessore alla Sanità, Antonio Saitta, ha avanzato ieri la proposta di rendere obbligatori i vaccini per i bambini che si iscrivono sia all'asilo nido sia alla scuola materna, nella fascia di età da 0 a 5 anni. 

Il Veneto, dove non c'è l'obbligo vaccinale, punta invece sull'adesione consapevole e responsabile alle vaccinazioni con una serie di azioni aggiuntive per assicurare il recupero delle coperture vaccinali e garantire la salute della collettività. E' stata introdotta la richiesta del certificato vaccinale all'atto dell'iscrizione ai nidi ed alle scuole dell'infanzia. L'elenco degli iscritti con la documentazione vaccinale acquisita verrà trasmesso al Servizio di Igiene e Sanità Pubblica (SISP) dell'azienda Ulss di riferimento, che fornirà un parere sul rischio di ammissione del bambino non vaccinato.

In Friuli-Venezia Giulia il Comune di Trieste ha esteso l'obbligo anche alla fascia da 0 a 5 anni, includendo quindi gli iscritti alle scuole materne. Trieste è la prima città in Italia ad aver reso obbligatorie le vaccinazioni per i bambini iscritti negli asili di competenza comunale e in quelli del privato convenzionato. Un obbligo confermato dal Tar del Friuli Venezia Giulia che ha respinto il ricorso avanzato da due coppie di genitori contro la delibera del consiglio comunale. E dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ha dato ragione al Comune.

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