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Lutto nel giornalismo, è morto Oliviero Beha

13 maggio 2017 | 21.00
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' morto il giornalista Oliviero Beha. La notizia della sua scomparsa è diffusa dal sito on line del "Fatto Quotidiano", giornale con il quale collaborava e che riporta le parole dell'annuncio dato dalla figlia Germana: "E' stato un male molto veloce. Papà - scrive germana - se n'è andato abbracciato da tutta la sua grande famiglia allargata di parenti e amici". Beha era nato a Firenze 68 anni fa, il 14 gennaio 1949. La sua carriera è costellata di tante esperienze diverse: giornalista, scrittore, saggista, conduttore televisivo e radiofonico.

Beha aveva cominciato a scrivere a "Tuttosport" e a "Paese Sera" per poi approdare, nel 1976, alla "Repubblica". Giornalista d'inchiesta (famosa quella condotta insieme a Roberto Chiodi sulla presunta combine nella partita Italia-Camerun dei mondiali di calcio del 1982), è stato anche corsivista e commentatore per "Il Messaggero" e "Il Mattino". Esce dalla carta stampata per entrare nel video. Nel 1987 collabora con Andrea Barbato in "Va' Pensiero", un contenitore culturale in onda su RaiTre tutte le domeniche.

Nel 1992 apre 'Radio Zorro2', una trasmissione molto seguita dal pubblico nel palinsesto radiofonico della Rai più premiato e che dopo tre stagioni di programmazione breve – venti minuti tutte le mattine sulle frequenze di Radiouno – nell'ottobre 1995 si fonde con “3131″. Radio Zorro 3131 diventa il caso radiofonico dell'anno. E' stato autore di testi teatrali rappresentati, in stagione e festival, di numerosi saggi e di raccolte di poesie, che hanno vinto diversi premi. Ha scritto per l'Unità tra il 2005 e il 2008 mentre nel 2009 ha avviato una collaborazione come editorialista del "Fatto Quotidiano", di cui è cofondatore.

IL RICORDO DELLA FIGLIA - ''Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce…''. E' il ricordo della figlia di Oliviero Beha, ''giornalista libero'', in un post pubblicato sul profilo Facebook del padre.

''E ahimè oggi, mi presento… sono una delle figlie - scrive -. Nelle ultime settimane mi è capitato di essere le mani di papà che hanno trasferito in parole scritte su un monitor quello che lui velocemente mi dettava. Si perché, gli articoli lui, li aveva in testa, non seguiva appunti, non doveva cambiare o correggere delle frasi… lui parlava ed io scrivevo perché animare, vibrare e far venire vere le parole, Lui, l’aveva come dono''.

''Scrivo queste righe perché con grande orgoglio, sono convinta che papà lascerà un vuoto profondo nel mondo dell’informazione perché a dispetto del suo carattere burrascoso, a volte irriverente, spesso ironico, dispotico e a tratti per alcuni arrogante, è stato, è, e rimarrà un giornalista libero. La "libertà è un lusso di pochi" mi ripeteva…''.

''Era fiero di essere chiamato giornalista e di potersi definire tale. Mi diceva spesso che il compito di un giornalista è raccontare la verità perché è un diritto di chi legge sapere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sul vero e non “indirizzata” o “deviata”. Certamente, alla descrizione della realtà, papà non ha mai negato anche la sua opinione che è risultata spesso scomoda, ma si è sempre assunto, credetemi, sempre, la responsabilità di ciò che pensava e credeva… Inutile dirvi il vuoto che lascia nelle persone che lo amano, in mia madre, donna incredibile con cui ha costruito una famiglia meravigliosamente complicata, allargata e colorata, in tutti i suoi figli, nei tanti amici che sono parte integrante di “questo grande gruppo vacanze”''.

''Permettetemi, a nome di un piccolo bimbo di due anni che oggi perde un nonno che lo adorava in maniera assoluta, di dirvi, affinché arrivi a chi legge, che si è dimostrato un nonno semplicemente straordinario. A nome di tutti noi, scrivo che essere “veri” a dispetto di tutto e di tutti in questo mondo, è un grande atto di coraggio, una straordinaria forma di libertà. Questa eredità, noi, la teniamo stretta perché è parte di ciò che siamo ed è quello che cercheremo di trasmettere ai figli, agli amici che ci sono ecco saranno…''.

''Questa battaglia - conclude - purtroppo per noi tutti lui l’ha persa, ma i suoi occhi verdi diventati grigi, i suoi gesti a tratti goffi, le sue parole complicate ma chiare, tutta la sua vita, restano e resteranno… Buon viaggio papà, continua, come sempre hai fatto a camminare e pensare veloce… noi continueremo a parlare di te e con te. Michele continuerà a guardarsi le due linee sul palmo della mano e dirà “nonno” e noi, ti ritroveremo li…".

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