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Mal di sushi, sintomi e come evitarlo

13 maggio 2017 | 07.54
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(Fotogramma)
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Sushi sempre più di moda, ma i rischi ci sono. L'allarme di ieri dei medici per un caso di infezione di Anisakis in un 32enne portoghese, riporta alla ribalta il tema della qualità del pesce crudo e di come tutelarsi. L'Anisakis è una larva che, spiegano dall'ospedale Humanitas di Rozzano nell'hinterland milanese, depositandosi nell'intestino può provocare, nei casi migliori, reazioni di tipo allergico, ma anche forti dolori simili a quelli della peritonite.

Cosa controllare. L'odore è importante. La puzza di pesce è un indice negativo che dovrebbe insospettire. Quando si decide di ordinare il pesce crudo, si dovrebbe sempre iniziare dal sashimi, perché di solito non è condito e quindi è più semplice verificare se è fresco. Accertarsi che il pesce sia stato eviscerato e abbia subito un abbattimento a temperature al di sotto dei -20°C per almeno 24 ore. Le larve si dovrebbero vedere a occhio nudo quindi è meglio dare un'occhiata approfondita al piatto. Masticare a lungo per sopprimere le eventuali larve non visibili. Quando si parla di cibo giapponese è buona norma non andare al risparmio, ma cercare la qualità, evitando quei ristoranti cinesi, che si improvvisano sushi-bar. Alcuni locali per riciclare il pesce, vecchio di qualche giorno con un odore poco invitante, lo fanno marinare con salsa di soia. Fate attenzione.

Sintomi. Meglio correre al Pronto Soccorso non appena si avverte il malessere che si dovrebbe manifestare entro due ore dal pasto. Quali sono? Da subito crampi addominali, nausea, vomito, diarrea, rush cutaneo, prurito, ma anche mal di testa, bruciore oculare e difficoltà respiratorie.

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