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Sciopero

Giudici di pace, da oggi stop udienze per un mese: "Orlando si dimetta"

15 maggio 2017 | 11.59
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Inizia oggi lo sciopero record dei giudici di pace, che durerà 4 settimane consecutive, per contestare lo schema di riforma varato in esame preliminare dal Governo il 5 maggio. "Una riforma umiliante", scrive in una nota l'Unione Nazionale Giudici di Pace, "che persegue il solo fine di schiavizzare la magistratura onoraria e rottamare la Giustizia in Italia".

"I magistrati onorari ed i giudici di pace rappresentano una risorsa insostituibile per il Paese: già oggi trattano e definiscono il 60% dei processi penali e civili, con un impegno a tempo pieno al servizio della Giustizia che per la maggior parte dei magistrati in servizio si protrae da oltre 15 anni; senza il loro fondamentale apporto la magistratura di carriera non sarebbe mai in grado di assolvere ai suoi compiti e la Giustizia in Italia si fermerebbe", continuano i giudici di pace.

"Non è concepibile - osservano - che un magistrato possa essere compensato per la sua attività con uno stipendio che a stento arriverà a 600 euro nette al mese, senza congedi retribuiti di maternità o per motivi di salute, senza assicurazione per infortuni sul lavoro, senza trattamento di fine rapporto. Nella riforma è addirittura previsto un ulteriore e considerevole aumento delle competenze dei giudici di pace e dei magistrati onorari, che nel futuro si occuperanno di non meno dell'80% della giurisdizione civile e penale".

"E' inaccettabile, in un Paese civile e democratico, che la funzione giudiziaria sia assegnata a lavoratori privi di qualsiasi tutela o diritto: quali garanzie di indipendenza e terzietà potranno mai assicurare dei magistrati che si ritroveranno nelle condizioni economiche di non poter soddisfare neppure i loro più elementari fabbisogni?" domandano.

"Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quale garante della Costituzione e dell'indipendenza della magistratura, intervenga", conclude la nota "il Paese non può subire una riforma che ha il solo scopo di cancellare la magistratura onoraria e di pace e mettere in ginocchio l'intero sistema giudiziario".

I giudici di pace garantiranno esclusivamente la tenuta di un'udienza a settimana ed in quel giorno praticheranno lo sciopero della fame. "Chiediamo le immediate dimissioni del ministro Andrea Orlando", si legge ancora in una nuova nota dell'Unione Nazionale Giudici di Pace.

"Un politico - spiegano - che non è stato in grado di tenere fede a nessuno degli impegni assunti, che ha soddisfatto esclusivamente gli interessi dei poteri forti e della magistratura più oscurantista e politicizzata, insediata proprio all'interno dei Ministeri nei posti più importanti e delicati, che non ha tenuto in alcuna considerazione gli appelli del 90% dei capi degli uffici giudiziari delle Procure e dei Tribunali, che ha mentito senza alcuna remora all'Europa, con la destabilizzante consapevolezza che le conseguenze delle azioni che hanno già intrapreso e stanno per intraprendere tutte le più alte Istituzioni comunitarie ed europee ricadranno integralmente sulle tasche dei cittadini e sull'economia del Paese".

"Le nostre proteste sono appena iniziate - continua la nota del sindacato dei giudici di pace - porremo in essere ogni azione legale per impedire al ministro Orlando di portare a compimento il suo intento di cancellare la magistratura onoraria e di pace, di triplicare la durata dei processi, di mettere in ginocchio l'intero sistema giudiziario. Stiamo organizzando manifestazioni, cortei, picchetti su tutto il territorio e raccogliendo adesioni per arrivare al blocco di tutte le attività giudiziarie, comprese le convalide delle espulsioni dei cittadini extracomunitari irregolari, sospendendoci dal servizio a tempo indeterminato: i cittadini devono toccare con mano da subito quali saranno i devastanti effetti della riforma Orlando".

"Il Paese non può tollerare - conclude la nota - che la Giustizia sia amministrata dal ministro Orlando in maniera così irrazionale ed approssimativa, con la volontà ormai conclamata di rottamare tutto ciò che ha funzionato negli ultimi 20 anni in Italia, a partire proprio dai giudici di pace e dai magistrati onorari che hanno diligentemente e proficuamente definito oltre il 60% dei procedimenti penali e civili nel rispetto del termine di ragionevole durata del processo".

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