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Niente cesareo per non rimanere oltre orario, 3 dottoresse a giudizio

16 maggio 2017 | 10.43
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"Per evitare di rimanere a lavorare oltre l'orario previsto, avrebbero omesso di eseguire un parto cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato". E per "simulare una inesistente regolarità nell'esame medico" avrebbero "somministrato atropina alla gestante". La procedura, e "il non avere informato della situazione i colleghi del turno successivo, avrebbe causato la nascita del neonato con lesioni gravissime". Questa l'accusa contestata dalla Procura di Catania a due dottoresse di un'ospedale Etneo, struttura da oltre 2mila parti l'anno, per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per lesioni gravissime colpose, omissioni e falso in atti d'ufficio.

Davanti al Gup Ragazzi, il prossimo 22 maggio, comparirà anche un'altra dottoressa che, secondo l'accusa, "pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, praticava alla paziente per due volte le manovre di Kristeller, bandite dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante, e non contattava in tempo il neonatologo".L'episodio risale al 2 luglio 2015 e le indagini sono state avviate dalla squadra mobile e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro dopo la denuncia dei familiari. Il neonato, venuto al mondo con un giro di cordone ombelicale attorno al collo, ha riportato lesioni gravissime e danni irreversibili cerebrali e motori. 

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