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Tolleranza zero contro corrotti e mafiosi, Vaticano lavora a vademecum

21 giugno 2017 | 15.10
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Il dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo umano integrale è al lavoro per preparare una bozza da sottoporre alla Consulta che sta lavorando al progetto 'tolleranza zero' nei confronti di corrotti e di mafiosi. Nei giorni scorsi il dicastero presieduto dal card. Peter Appiah Turkson, al termine del seminario internazionale sulla corruzione che si è svolto Oltretevere, ha fatto sapere che si "approfondirà" la possibilità di scomunicare "per corruzione e associazione mafiosa". Oggi spiega il cardinale Turkson: "La scomunica è una misura che è appannaggio soltanto del Papa. Per quel che ci riguarda, invece, abbiamo pensato ad un'iniziativa allargata capace di uscire dai confini italiani perché stiamo parlando di un fenomeno globale". Il punto, spiega Turkson, è fare capire che "un cristiano che si macchia di reati del genere danneggia la Chiesa, non è in comunione con Dio".

Vittorio Alberti, officiale della Santa Sede nel dicastero per lo Sviluppo umano integrale, interpellato dall'Adnkronos, spiega a che punto sta il progetto. "Nel giro di una decina di giorni dovrebbe essere pronta una bozza di testo da condividere con i membri della Consulta. Si tratta di un vasto gruppo che comprende laici impegnati in prima linea nella lotta a corruzione e crimine organizzato e religiosi che, nelle diverse competenze, intendono dare vita ad un progetto per vedere come andare avanti nel contrasto" ai fenomeni criminali.

Come spiega l'officiale della Santa Sede, nel progetto sono coinvolte persone di 23 Paesi, destinate ad aumentare. "Il punto - osserva Alberti - è capire che la corruzione non è soltanto un fatto di tangenti. Ci può essere corruzione quando si parla di migranti, di tratta di organi, di inquinamento. La corruzione, del resto, è il primo linguaggio delle mafie".

Nei giorni scorsi in Vaticano si è tenuto un seminario internazionale che ha visto laici e religiosi confrontarsi sulla piaga della corruzione. "Soprattutto l'intervento di mons. Pennisi - ricorda Vittorio Alberti - era volto a sostenere che la scomunica dovrebbe contenere una configurazione del delitto canonico di mafia la più ampia possibile perché oggi il fenomeno ha assunto contorni globali". Se la cosa avanzerà su questa linea, il documento passerà al vaglio del dicastero della Dottrina della Fede prima di arrivare al Papa.

La Consulta ha davanti a sé un lavoro enorme da fare perché, come spiega Alberti, "ci sarà anche da considerare il fatto che se in certe aree del mondo si colpisce drasticamente la corruzione, poi arrivano le bande armate. Qui si dovrà capire anche il pensiero dei politici a livello internazionale". In nome della tolleranza zero alla corruzione e ad ogni forma di criminalità il dicastero presieduto da Turkson sta preparando anche una campagna via social (hasthag e Facebook 'michelangeloforjustice').

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