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Appello astronomi, aiutateci a trovare i frammenti del mini-asteroide

27 giugno 2017 | 16.09
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Il mini-meteorite avvistato il 30 maggio (Foto INAF -media.inaf.it)
Il mini-meteorite avvistato il 30 maggio (Foto INAF -media.inaf.it)

Era un mini-asteroide il corpo celeste che ha prodotto la luminosa meteora avvistata il 30 maggio scorso sopra i cieli italiani. E impattando l'atmosfera alla 'folle' velocità di 54.000 chilometri l'ora, il piccolo corpo celeste, grande tra i 30 ed i 60 centimetri, si sarebbe sbriciolato, disperdendosi in uno sciame di frammenti di 'rocce' in un un'area fra Padova e Venezia. Ora, dato "l'alto valore scientifico" di questi frammenti, gli scienziati italiani hanno rivolto un appello a cittadini e agricoltori perchè "ispezionino i loro terreni" e li avvertano se trovano rocce 'sospette' quanto 'preziose' per la scienza.

"Dati l’estremo valore scientifico e l’importanza di un possibile ritrovamento in tempi brevi di queste meteoriti, prima che vengano contaminate dall’ambiente terrestre, invitiamo la popolazione delle zone interessate a segnalarci eventuali sassi, o ritrovamenti di altra natura, sospetti che venissero rintracciati sul terreno" è l'appello che arriva da Daniele Gardiol, dell’Inaf di Torino, coordinatore nazionale del progetto Prisma, il team di scienziati che ha studiato la 'rotta' del mini-asteroide scoprendone anche la sua origine.

"Poiché molta della superficie della possibile zona di caduta è interessata da varie coltivazioni, chiediamo ai proprietari di ispezionare i campi subito dopo il raccolto e prima della successiva aratura" prosegue Gardiol. "Se dopo il raccolto non avete il tempo per ispezionare il campo, vi preghiamo di contattarci e -assicura- saremo ben lieti di farlo per voi. Le meteoriti sono oggetti molto rari, di grandissimo valore scientifico e dobbiamo fare il massimo per tentare di recuperarle". Le segnalazioni possono essere inviate all’attenzione del team scientifico dell’Inaf-Prisma all’indirizzo e-mail prisma_po@inaf.it, segnala ancora lo scienziato dell’Inaf.

Gli scienziati della collaborazione Prisma, promossa e coordinata dall’Inaf, hanno anche stimato la zona di caduta di eventuali meteoriti nel territorio compreso fra Padova e Venezia. "La straordinaria meteora luminosa ha solcato i nostri cieli del Nord-Est, viaggiando da sud verso nord ed ha fatto notizia dopo i numerosissimi avvistamenti di testimoni oculari, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto" ricorda l'Inaf.

Gli studi sull’origine, composizione e traiettoria della meteora e le ricerche di eventuali frammenti del bolide sono iniziati subito dopo l’avvistamento da parte della stessa collaborazione Prisma, promossa e coordinata dall’Istituto nazionale di astrofisica e nata alla fine dell’anno scorso proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere. "È stato un lavoro lungo e complesso, che arriva proprio a ridosso del 30 giugno, giorno dichiarato dall’Onu Asteroid Day" ammette Daniele Gardiol.

"L’analisi dei dati durante i 7 secondi in cui la meteora è stata visibile ha infatti permesso di definire un dettagliato modello matematico della fase di volo che tiene conto dell’influenza dei venti nella parte terminale 'buia' e la zona di possibile caduta di frammenti meteoritici" aggiunge Gardiol in un intervento su media.inaf.it I risultati dei calcoli, riferisce lo scienziato, "indicano che prima del suo ingresso in atmosfera, alla formidabile velocità di 54.000 chilometri l'ora, il meteoroide aveva una massa fra i 50 e i 200 chili, con una dimensione dell’ordine di 30-60 cm". "Fortunatamente -aggiunge- le riprese delle camere Prisma, integrate dal contributo fondamentale dato dalle osservazioni delle camere della rete Imtn-Italian Meteor and Tle Network, hanno permesso di concludere che l’oggetto si è in gran parte 'sbriciolato' nelle fasi iniziali dell’impatto con l’atmosfera, ad una quota di circa 40 chilometri".

Si è così provocato "molto probabilmente uno 'sciame' di piccole meteoriti delle dimensioni di una pallina da golf e del peso di parecchie decine di grammi" sottolinea ancora Gardiol. Ed i calcoli degli scienziati fanno ritenere che "alcuni di questi frammenti siano caduti intatti a terra, in una zona compresa fra i paesi di Piove di Sacco, in provincia di Padova, e Bojon, nel comune di Campolongo Maggiore in provincia di Venezia, dove potrebbe essere caduto il residuo principale del corpo cosmico".

L’aspetto esteriore di queste meteoriti, segnala l'Inaf, "è quello di un sasso ricoperto da una crosta sottile e lucida, molto scura, come se fosse 'bruciato' e la forma è generalmente squadrata ma con gli spigoli arrotondati". Il colore interno del 'sasso', "visibile dove la crosta è rotta o mancante, è in genere di colore grigio chiaro" e "soppesandolo, dà quasi sempre la sensazione di essere più pesante di un sasso terrestre delle medesime dimensioni" assicurano gli astronomi. Di qui l'appello degli scienziati di cercare e segnalare le preziose rocce spaziali.

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