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Caso Ilaria Alpi, procura di Roma chiede archiviazione

04 luglio 2017 | 16.00
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La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta riguardante l'uccisione della giornalista Ilaria Alpi e dell'operatore Miran Hrovatin, del Tg3, avvenuta in Somalia il 24 marzo del '94. Per i magistrati c'è l'impossibilità di risalire al movente e agli autori degli omicidi e nessuna prova di presunti depistaggi. La decisione sulla richiesta di archiviazione, un provvedimento di 80 pagine, spetta ora al gip.

''La prima reazione è di vivo stupore per la decisione della procura, non è vero che non ci sono i moventi e le prove dei depistaggi, ce ne sono in abbondanza, non si vogliono leggere. La Procura della Repubblica di Roma ha sbagliato''. Così a Euronews l'avvocato della famiglia di Ilaria Alpi, Domenico D'Amati. "La Procura dopo lungo tempo ha detto che non ci sono gli elementi per richiedere il rinvio a giudizio, quando tutti gli elementi emersi fino ad oggi indicano una responsabilità delle autorità italiane per come sono state condotte le indagini. Questo processo fin dall’inizio è stato destinato ad abortire'', ha aggiunto il legale che segue da anni la famiglia Alpi.

''Voglio ricordare che sulla stessa vicenda - ha proseguito - la corte di appello di Perugia nella sentenza depositata nel gennaio 2017 aveva dichiarato che ci si trova di fronte a condotte che generano 'sconcerto' riferendosi al modo in cui sono state condotte le indagini sull’omicidio''. Per l’avvocato Domenico D'Amati ci sono stati tentativi di depistare le indagini da parte di apparati dello Stato italiano: ''Lo Stato italiano ha pagato un informatore per fare accusare una determinata persona e questa persona ha ammesso di essere stato pagata per mentire e far condannare un innocente, Hashi Omar Hassan, questo è emerso a Perugia''.

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