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"Acqua cancerogena a nostri soldati in Kosovo", la denuncia del medico

05 luglio 2017 | 12.46
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(immagine d'archivio - Fotogramma)
(immagine d'archivio - Fotogramma)

"Acqua cancerogena e aria inquinata" per i militari italiani in missione in Kosovo, almeno fino al 2016. E' la denuncia fatta questa mattina dal medico militare Ennio Lettieri, durante l'audizione a San Macuto, presso la Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito.

Il medico ha denunciato che il contingente italiano in Kosovo ha bevuto a lungo acqua cancerogena, spiegando che "l'acqua analizzata nel 2015 e presente fino al 2016, conteneva bromato, cancerogeno di classe 2B, in quantità di 65/67 microgrammi-litro, a fronte di un limite di 10" tollerato.

Inoltre il medico ha detto che "dalla base di Film city sono ben visibili le ciminiere della compagnia elettrica Kek", sottolineando che soprattutto la sera c'era aria giallognola che rendeva l'aria malsana e irritante per le vie respiratorie".

Ricostruendo la vicenda dell'acqua, il medico Lettieri, che si è ammalato di un tumore inguinale, come egli stesso ha raccontato al presidente Scanu e ai membri della Commissione, ha ripercorso tutta la vicenda. "Al mio arrivo presso la base militare di Pristina, denominata Comp Film City, nell'ottobre 2016 - ricorda - mi fu più volte riferito del sapore molto discutibile dell'acqua naturale e frizzante (marca Dea) in distribuzione presso la mensa internazionale e nella palestra e venduta in ristoranti e pizzerie di tutta la base", sottolineando che "non trovando nell'archivio dell'infermeria le analisi chimiche di tale acqua, decisi di richiederne copia al laboratorio militare tedesco della città di Prizren". Lettieri però non riuscì ad avere nessuna risposta: "Fortunatamente un collega italiano mi inviò il referto delle analisi chimiche dell'acqua Dea del 30 gennaio 2015 che riportavano la presenza di bromato (possibile cancerogeno per l'uomo classe 28 secondo la IARC). Il limite è di 10 microgrammi/litro, l'acqua DEA ne conteneva 65-97". "Chiedendo ad alcuni militari della base che erano presenti in tale periodo mi confermarono che l'acqua Dea era stata ritirata nel 2015 e che poi fu rimessa nuovamente in distribuzione e vendita dopo qualche mese", aggiunge Lettieri.

Il medico va avanti e parla della cosa "con il generale di divisione Giovanni Fungo il quale concordò immediatamente sulla necessità di interrompere la distribuzione e la vendita di tale acqua. Quindi in data 10/01/2017 scrissi ufficialmente al mio diretto superiore, di nazionalità irlandese, chiedendo di far ritirare tale acqua,includendo nel divieto, a scopo cautelativo, oltre alla naturale anche la frizzante di cui non avevo nessun tipo di analisi né chimica né batteriologica".

Il giorno 13 gennaio - prosegue il medico - terminai il mio turno di missione venendo a conoscenza nei giorni seguenti che l'acqua naturale Dea era stata ritirata e sostituita prima con un'acqua croata destinata solo all'esportazione in Kossovo e poi con un'acqua greca. L'acqua Dea frizzante risulta ad oggi ancora in distribuzione presso la base di Film City".

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