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Madre e bimba uccise a Parma, il figlio confessa

12 luglio 2017 | 07.08
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Foto della Polizia di Stato
Foto della Polizia di Stato

Ha confessato di aver ucciso la mamma e la sorellina di 11 anni ma è ancora buio sul movente di Solomon Nyantakyi, bloccato ieri sera dagli uomini della Polfer milanese grazie al lavoro sui filmati delle telecamere della stazione di Parma effettuato dalla Polfer parmigiana. Il giovane ha confessato, ma restano alcune circostanze da chiarire, tra cui quella relativa al movente. Non si escludono problemi legati ad alcool e droga.

Ad accorgersi del duplice omicidio è stato un terzo figlio della donna, Raymond, 25 anni, quando è tornato a casa dal lavoro: la casa era piena di sangue ovunque, nel corridoio e sui muri. Le due vittime sono state uccise con decine di coltellate. Probabilmente, precisano gli inquirenti, sono stati usati più coltelli per il massacro tra cui un coltellaccio da cucina e una mannaia, tutti ritrovati nell'appartamento, sui quali sono in corso accertamenti.

Sul luogo del massacro si sono recati il Pm di turno, Paola Dal Monte, la Scientifica e la polizia di Parma. Raymond Nyantaky, dopo aver rinvenuto i corpi, ha avvisato una vicina e poi ha chiamato il 113. I vicini non si sarebbero accorti del dramma che si consumava anche se una donna avrebbe sentito la bambina urlare chiamando la mamma, nel primo pomeriggio. La famiglia risiedeva a Parma da molti anni tanto che la bambina uccisa era nata nella città ducale. Il padre, Fred Nyantakyi, che si era trasferito a Londra per lavoro da circa un mese e mezzo, è tornato in Italia. E' arrivato nel primo pomeriggio a Parma in Questura.

Il 21enne aveva davanti una promettente carriera calcistica ed era stato convocato in prima squadra diverse volte da Donadoni, nell'anno del crac del Parma Fc, prima che problemi comportamentali gli precludessero l'ascesa nel mondo del pallone.

Per il procuratore di Parma Antonio Rustico si è trattato di un delitto "efferato, agghiacciante, orribile" a maggior ragione perché, ha spiegato, è maturato vede "un contesto normale, non problematico". La casa era a soqquadro, sangue dappertutto e alcuni portafogli aperti. Nessuna traccia che possa far pensare a una complicità nel delitto. "Nulla faceva sospettare dei membri della famiglia, non si era a conoscenza di liti particolari, la particolarità era un figlio mancante, con il telefonino spento. Su di lui sono convogliati i sospetti" ha concluso Rustico, ricostruendo la vicenda.

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