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Frosinone

Furti in auto col 'jammer', sgominata banda

13 luglio 2017 | 14.35
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Sgominata dalla polizia stradale di Frosinone una banda che commetteva furti su auto in sosta all'interno delle aree di servizio autostradali con il collaudato sistema del cosiddetto 'Jammer', un apparecchio che inibisce il segnale del telecomando di chiusura dei veicoli. Con questo escamotage i ladri potevano agire indisturbati senza lasciare segni di effrazione sulle auto e, una volta messo a segno il colpo, allontanarsi senza destare sospetti in quanto la vittima, il più delle volte, si accorgeva del furto solamente una volta giunta nella località di destinazione.

Tre persone sono state arrestate, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Frosinone Logoluso, mentre altre tre sono state denunciate e dovranno rispondere, in concorso tra loro, di una lunga serie di furti su auto, oltre al reato di ricettazione della merce rubata.

Le indagini, condotte dalla Sottosezione Polizia Stradale di Frosinone e coordinate dal pm Barbara Trotta, hanno preso avvio dopo che la stessa Polizia Stradale aveva segnalato all'Autorità Giudiziaria diversi furti commessi su veicoli parcheggiati presso l'area di servizio 'La Macchia', sul tratto autostradale dell'A/1, in territorio di Anagni.

Le complesse indagini condotte dalla Polizia Stradale, attraverso l'incrocio dei dati ricavati dalle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza autostradali con quelli dei tabulati delle celle telefoniche e dei transiti autostradali, hanno portato all'individuazione di tre componenti di una vera e propria banda specializzata nella commissione di furti sui veicoli in sosta nelle aree di servizio.

Seguendo gli spostamenti dei tre, di 44, 40 e 30 anni, tutti di origine campana, si è potuta ricostruire una lunga serie di furti su autoveicoli, commessi non solo in autostrada ma anche prendendo di mira parcheggi di alberghi, di porti, di esercizi commerciali e garage pubblici. Nelle loro scorribande, pressoché quotidiane, i tre percorrevano anche centinaia di chilometri sulle autostrade A1, A14 e A4, raggiungendo le località della riviera romagnola, dove addirittura derubavano gruppi di turisti, sia che viaggiassero con mezzi privati che con pullman.

Il 'target' prescelto per l'attività illecita era costituito soprattutto e principalmente da apparecchi elettronici, telefoni cellulari e computer portatili, non disdegnando, secondo le circostanze, le costose attrezzature da cantiere. Il bottino veniva incrementato anche da denaro ed oggetti di valore.

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