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Terremoto

Amatrice un anno dopo, il ricordo del poliziotto

23 agosto 2017 | 17.13
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Amatrice un anno dopo, il ricordo del poliziotto

Ore 3.36: la terra trema in Centro Italia. Secondi interminabili che portano devastazione nell'area tra Umbria, Marche e alto Lazio. E' solo la prima scossa. L'epicentro è Accumoli, vicino Rieti. Dal capoluogo sabino si muove di corsa la pattuglia della Polizia stradale, che poco dopo arriva ad Amatrice. La devastazione si apre davanti agli occhi degli agenti, tra i primi ad arrivare sul posto. "Lì c'erano già dei miei colleghi che vivono ad Amatrice, sono loro che mi hanno avvisato della grave situazione nel paese", ricorda all'Adnkronos Luca Iobbi, dirigente della Polizia stradale di Rieti. "La prima immagine del disastro è stata l'ospedale semicrollato con tanta gente intorno che si accalcava sgomenta. Più mi addentravo nel paese, più mi rendevo conto della catastrofe. Scene inimmaginabili".

Il terrore non ha bloccato, tuttavia, la comunità che si è data subito da fare. "I sopravvissuti, tutti fuori, aiutavano gli altri, scavavano a mani nude, nel buio, tra le rovine e la polvere che sembrava di stare dentro una tempesta di neve. La prima fase è stata di autosoccorso", racconta Iobbi. Il tempo di riordinare le idee e fare una scaletta delle priorità, sempre con l'incubo di altre scosse sismiche. La squadra della Stradale, composta da 4 uomini, si divide. "Avevo compilato una lista con le richieste di aiuto delle persone - continua Iobbi -. Mi sono basato sulle priorità coordinando come potevo il lavoro insieme ai miei colleghi. La nostra guida? Il buon senso". C'era chi urlava incastrato sotto le macerie. "Non ci si poteva fermare: solo la torcia ci aiutava nel buio mentre le mani scavavano freneticamente", aggiunge il poliziotto ricordando quei momenti interminabili.

"Per permettere ai convogli dei soccorsi e alle ruspe di raggiungere Amatrice - non c'erano più strade per arrivarci - abbiamo dovuto lavorare alacremente anche nei giorni successivi a quella notte. C'erano cumuli di detriti da togliere dalle strade, creare zone parcheggio in mezzo ai crolli. Le linee -ricorda il poliziotto- non funzionavano, comunicavo con i colleghi da inviare in altre zone limitrofe con gli sms". La grande sfida delle pattuglie nelle ore successive a quella maledetta notte, "in uno scenario da guerra", è stata proprio sul fronte viabilità.

"Certe immagini mi rimarranno dentro sempre: è stata un'esperienza terribile", dice Iobbi. A distanza di un anno, "è stato fatto molto, ma c'è ancora molto da fare. Domenica scorsa c'è stata una gara storica di atletica, l'Amatrice-Configno. Si sono iscritti 2.000 podisti, un record. Nel 2016 si era tenuta tre giorni prima del devastante terremoto. Per noi poliziotti, per i cittadini, per chi è venuto solo ad assistere, la gara, quest'anno, è stata un segno di rinascita".

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