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Siccità: ecco i riti per invocare la pioggia

29 agosto 2017 | 17.22
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Guardia Sanframondi, riti in onore dell'Assunta (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Guardia Sanframondi, riti in onore dell'Assunta (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Per Roma, costretta a fare i conti con la riduzione notturna dell'acqua, c'è chi scherzosamente invoca la danza della pioggia. Ma, ironia a parte, nel nostro Paese esistono davvero riti e tradizioni popolari legati alla siccità.

Chiesa in campo contro siccità, messe per chiedere la pioggia

"I rituali per impetrare la pioggia sono particolarmente diffusi in Italia perché noi veniamo da una tradizione agricola dove la pioggia era essenziale per l'economia della società e quindi garantiva la sopravvivenza - spiega all'Adnkronos l'antropologo e professore Luigi Maria Lombardi Satriani - Questo è testimoniato ad esempio dalla forte carica di attrazione che hanno i rituali dell'Assunta, i rituali dei battenti di Guardia Sanframondi, nel Sannio".

Si tratta di "una società a forte economia vinicola dove un lungo periodo di siccità può portare alla morte di questa economia". Quindi la società si tutela così: "Ogni 7 anni la Madonna esce dalla chiesa dinanzi alla quale centinaia e centinaia di persone aprono una pettorina e si percuotono con delle spille, con un 'cardo', un sughero nel quale sono stati conficcati o pezzetti di vetro o spilli".

I battenti accompagnano con il sangue versato tutto l'itinerario della processione. "Io ho seguito questa processione e ho visto che il numero dei battenti cresceva nel tempo e c'è una spiegazione - dice Lombardi Satriani - Il fedele che si batte offre alla Madonna il bene più prezioso che ha, cioè la propria vita, e la vita è possibile finché pulsa il sangue nelle vene. Se io simbolicamente verso il sangue, verso la mia vita, offro alla Madonna la mia vita in cambio della sopravvivenza che lei mi può garantire facendo piovere". E' importante sottolineare che "il singolo battente e tutti i suoi compagni così facendo non chiedono la salvezza individuale ma per tutta la comunità".

Analogamente accade il Venerdì Santo, in occasione della processione del Cristo Morto, con i rituali di autoflagellazione in Calabria. "A Nocera Terinese, per esempio, nel Lametino, o a Verbicaro, in provincia di Cosenza - dice Lombardi Satriani - Le persone si percuotono a lungo le gambe e le cosce con questo 'cardo' dinanzi alla statua della Madonna". Questo avviene per chiedere la pioggia e la protezione. "Il lametino è una zona con forte economia vinicola" evidenzia. Di qui l'importanza di non andare incontro a un periodo di siccità.

Da rilevare che "in tutti questi casi troviamo l'elemento del sangue e del sacrificio, come anche in una serie di rituali extra-europei in cui si uccide un animale e si sparge il sangue sull'ara. Pensiamo ad esempio agli antichi sacrifici in nome degli dei aztechi".

Qualche anno fa, ricorda ancora il professore, "a Milano dopo una lunghissima stagione di siccità ci fu una processione per impetrare la pioggia. Rituali che sembrano solo legati a una dimensione arcaica sono talmente presenti nella memoria collettiva che poi quando occorre emergono. Le cose che crediamo superate si inabissano nella memoria e poi emergono".

"Tutti i riti legati alla pioggia, i riti di fecondità cominciano con l'apparire delle prime società agricole, quando l'uomo si stabilizza e diventa agricoltore. E' in quel momento che si accentua la sua dipendenza nei confronti della natura. I riti si affermano dunque con la sedentarizzazione, la fine del nomadismo" spiega all'Adnkronos Roberta Rubino, dottore in Antropologia all'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi.

Ecco che "dove c'è agricoltura, c'è rito. Più è alta la dipendenza dell'uomo dalla natura più i mezzi ricercati per apprendere i favori della natura si moltiplicano" sottolinea la studiosa.

I riti di fecondità, evidenzia, sono molto diversificati a seconda delle società. "In Africa, ad esempio, sono legati all'organizzazione anche politica delle società basate sul clan - dice Rubino - Con questi riti si cerca di entrare in contatto con gli antenati che nel loro mondo oltre la vita procureranno piogge e fertilità".

"I riti hanno una valenza politica importante, perché sono anche la dimostrazione della capacità di controllo di una società su se stessa. Facendo magicamente piovere si risolve un problema della società, e quindi la persona che è stata designata da un gruppo come responsabile di quel rito assume automaticamente un'importanza di carattere politico" spiega Rubino. In realtà, dunque, "questi riti magici hanno il potere di stabilire le autorità all'interno delle società".

Ma come interpretarli? Come pura magia o c'è dell'altro? Attraverso gli studi degli antropologi sulle danze della pioggia si è scoperto che in realtà "le persone sapevano bene che in un certo periodo dell'anno avrebbe piovuto, e quindi quel rito in realtà serviva come una dimostrazione di una conoscenza di fronte a una società che doveva accettare anche la loro autorità politica. E così la capacità di anticipare un fenomeno naturale che comunque i più anziani conoscono perché vivono nel territorio, e sono delle conoscenze che si tramandano poi nel clan, diventa la dimostrazione di un potere rispetto alla società che guarda".

Quali sono questi riti? "Si va dalle danze fino alle marionette, che in Africa sono uno degli strumenti principali di divulgazione della conoscenza" conclude la studiosa.

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