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Omicidio Noemi, Lucarelli: "Perché un ragazzo con 3 tso era libero di uscire?"

14 settembre 2017 | 16.23
LETTURA: 4 minuti

(Foto Facebook Noemi Durini)
(Foto Facebook Noemi Durini)

"Perché in un contesto così pericoloso e violento, con denunce pregresse, ostilità tra famiglie, botte accertate e un'evidente dipendenza affettiva, questa ragazzina di 16 anni era libera di uscire alle 5 del mattino? Perché un ragazzo di 17 con tre tso in curriculum, era libero di uscire e usava l'auto della madre?" Così Selvaggia Lucarelli commenta in un lungo post pubblicato su Facebook il caso dell'omicidio di Noemi Durini, la studentessa salentina scomparsa il 3 settembre scorso e trovata ieri uccisa nelle campagne di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce.

"Non so chi fosse davvero Noemi - scrive la blogger - non so se fosse gelosa a sua volta (può essere), ma so che scappava spesso di casa, che era stata bocciata, che forse non era la figlia più facile del mondo (...) Era, pare, un ragazza come tante, Noemi. Tenera coi suoi cuoricini per il fidanzato su fb, tormentata da una storia asfissiante e morbosa, probabilmente convita che lui, nonostante tutto, la amasse. E' quel 'nonostante tutto' che ci uccide. Che l'ha uccisa. Che a volte non uccide ma è un mastice potente in relazioni le cui radici marce traggono linfa da dolore, violenza, devastazione costante dell'autostima e progressiva soppressione della normalità".

"Quando inciampi in relazioni così a 30/40/50 anni - prosegue Lucarelli - forse hai l'unico vantaggio di sapere che quello che stai vivendo non è normale. Non è sano. Magari ne resti schiavo lo stesso, ma dentro di te sai. Quando ti capita, come a Noemi, a 16 anni, non hai neppure parametri. Magari ti dicono che quello non è amore, lo senti dire alla tv, ma intanto quello è il tuo imprinting, è le tue prima volte, è l'impatto con quelle tempeste emotive che creano il più grande e pericoloso di tutti i fraintendimenti: ti fanno sentire viva e nel frattempo ti ammazzano. In molti sensi, non solo con una coltellata in petto. Magari trasformano anche te e a volte per sempre".

"Per questo, c'è solo una cosa che non mi torna in tutta la storia: la libertà di cui godevano questi due ragazzini: uno troppo violento e l'altra troppo in balia non solo del suo assassino, ma anche e con evidenza da quel 'nonostante tutto'. Perché in un contesto così pericoloso e violento, con denunce pregresse, ostilità tra famiglie, botte accertate e un'evidente dipendenza affettiva, questa ragazzina di 16 anni era libera di uscire alle 5 del mattino? Perché un ragazzo di 17 con tre tso in curriculum, era libero di uscire e usava l'auto della madre?"

"Perché non so voi - continua la blogger - ma io a 16 anni non mettevo piede fuori casa senza autorizzazione. E sì, un genitore finché hai 16 anni ha tutti i mezzi per impedirti di uscire la sera, il giorno, a metà pomeriggio e all'ora del tè anche a costo di chiuderti a chiave in camera". "Con questo non concedo attenuanti a nessuno - conclude - e non sposto il mirino dall'unico e vero assassino (...) E' che però ho molte perplessità su una storia in cui si parla di tribunali dei minori disattenti (e se lo sono stati che paghino, una volta tanto) ma pare esserci stata tanta, forse imperdonabile disattenzione anche fuori".




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