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Migranti: minori non accompagnati, garante infanzia lancia campagna per tutori

17 settembre 2017 | 15.24
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Corsi in partenza a ottobre. Ecco i passi da compiere per chi voglia assistere i giovani migranti arrivati in Italia senza genitori

La campagna del garante dell'Infanzia
La campagna del garante dell'Infanzia

L'autorità garante per l'Infanzia e l'Adolescenza cerca 17mila tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati arrivati nel nostro Paese lungo le rotte dell'immigrazione, in condizioni in cui spesso sono vittime di abusi e sfruttamento, come ha denunciato il recente rapporto “Viaggi Spaventosi” di Unicef e Oim. I tutori volontari sono privati cittadini che si rendono disponibili ad esercitare gratuitamente la rappresentanza legale di un minore arrivato in Italia senza adulti di riferimento (o di più minori, quando la tutela riguarda fratelli o sorelle), e ad aver cura che ne vengano tutelati gli interessi, ascoltati i bisogni, coltivate le potenzialità e garantita la salute, senza la presa in carico domiciliare ed economica.

Quella del tutore è una figura necessaria ad assistere e indirizzare il percorso di crescita, educazione e integrazione di questi ragazzi, che vivono in una condizione di forte vulnerabilità e la cui presenza è in continuo aumento: erano 18.701 al 31 luglio, secondo il report statistico della direzione generale dell'Immigrazione e delle Politiche di integrazione del ministero del Lavoro, mentre nello stesso periodo dell'anno scorso se ne erano registrati 12.708. Il 93% di questi giovanissimi migranti è di sesso maschile, l'83,2% ha un'età fra i 16 e i 17 anni. Vengono in primo luogo da Gambia, Egitto e Guinea.

Sono arrivati in Italia "superando enormi difficoltà", sottolinea l'Autorità garante per l'Infanzia e l'Adoloscenza, ed è necessario trovare qualcuno che li guidi nel costruirsi un futuro in un Paese nuovo con leggi che non conoscono. Per questo l'Autorità garante ha deciso di lanciare una campagna per raccogliere candidature a svolgere il ruolo di tutore, lanciando uno spot TV e uno radiofonico, assieme alla diffusione di due locandine-manifesto con un appello alla cittadinanza, distribuite nei principali luoghi di aggregazione su tutto il territorio nazionale. “Aiutalo ad affrontare la normalità” e “L'orgoglio di essere un tutore volontario” sono gli slogan scelti per la campagna di sensibilizzazione.

“L'idea che vorrei trasmettere - dichiara la garante nazionale Filomena Albano - è che il tutore volontario è una persona speciale a cui fare riferimento nelle scelte e nelle difficoltà della vita di ogni giorno. Non è necessario che conosca le lingue o software particolari, non deve ospitare nessuno a casa propria, ma può sentirsi orgoglioso di essere la guida di un giovane migrante, un modello di cittadinanza attiva”. Non si tratta né di un'adozione, né non di un affido.

Gli aspiranti tutori volontari devono seguire un corso di formazione obbligatorio di 24/30 ore, concluso il quale verranno inseriti nell’elenco che verrà istituito presso il tribunale per i minorenni competente della regione di residenza o domicilio. Da questo elenco il giudice selezionerà poi un tutore volontario per ogni minore. I corsi, in partenza a ottobre, sono organizzati dai garanti per l'Infanzia regionali e delle province autonome di Trento e di Bolzano (quest'ultimo ha già realizzato l'attività formativa), secondo le linee guida emanate nei mesi scorsi dall’Autorità garante nazionale.

I bandi, regione per regione, sono stati pubblicati. I corsi si concentreranno sul fenomeno dell'immigrazione e il sistema di accoglienza, sulle norme rilevanti e i compiti giuridici del tutore, e poi sulle nozioni psicologiche necessarie all'assistenza del minore, anche in relazione all'individuazione di traumi dovuti ad abusi o maltrattamenti.

Tutti i dettagli sulle procedure e i requisiti per partecipare ai corsi si trovano sul sito dell'Autorità garante (www.garanteinfanzia.org). Chi intende partecipare deve presentare domanda preferibilmente entro il 30 settembre. Le richieste che arriveranno dopo saranno tenute in considerazione per l’avvio di successivi corsi.

La persona che si candida a tutore deve avere almeno 25 anni e ed essere regolarmente residente in Italia. Deve essere motivata e sensibile, attenta alla relazione con il minore, interprete dei suoi bisogni e dei suoi problemi. Il tutore volontario, inoltre, persegue il riconoscimento dei diritti del minore senza alcuna discriminazione, ne promuove il benessere psicofisico, vigila sui percorsi di educazione e integrazione tenendo conto delle capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, vigila sulle condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione, e ne amministra l’eventuale patrimonio.

Per l'attività di tutore volontario non è attualmente riconosciuto il diritto a permessi di lavoro. Il minore solitamente continua ad alloggiare nelle strutture di seconda accoglienza, prevista prioritariamente nell'ambito del Sistema per richiedenti asilo e rifugiati, oppure può essere affidato a soggetti diversi dal tutore volontario. In questo caso affidatario e tutore collaborano nel reciproco rispetto delle proprie competenze. La famiglia del tutore può eventualmente diventare la famiglia affidataria del minore straniero non accompagnato: per questo dovrà rivolgersi ai servizi sociali del Comune d'appartenenza.

Il tutore non ha ovviamente responsabilità penale se il minore commette un reato, mentre è responsabile in sede civile per i danni cagionati solo quando abita insieme a lui. La tutela volontaria cessa con il raggiungimento della maggiore età del minore non accompagnato. Tuttavia, visto che con questo istituto si vuole instaurare un sistema di “genitorialità sociale” incentrato sulla cura della persona, il garante si auspica che anche dopo il compimento dei 18 anni proseguano i rapporti di affettività tra gli ex tutori e i ragazzi .

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