Il pm Eugenio Albamonte è indagato dalla Procura di Perugia per falso e abuso di ufficio insieme a due poliziotti della Polizia Postale, dopo un esposto presentato da Giulio Occhionero a processo insieme alla sorella Francesca Maria con l'accusa di sospette attività di cyberspionaggio.
La notizia è stata resa nota durante l'udienza del processo ai due fratelli entrambi detenuti dal 10 gennaio scorso.
La difesa Occhionero ha chiesto al magistrato, che è anche presidente dell'Anm, di astenersi dal rappresentare l'accusa al processo ma il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ha confermato la designazione del sostituto quale pubblico ministero del procedimento attualmente in corso davanti al giudice monocratico. Albamonte dunque continuerà a rappresentare l'accusa nel processo ai fratelli Occhionero.
Nel motivare la conferma di Albamonte nell'incarico, rifacendosi alla giurisprudenza consolidata si spiega che "non può confondersi l'inimicizia tra magistrato e parte con le iniziative di quest'ultima, tesa a sottrarsi al proprio giudice naturale; l'inimicizia infatti deve trovare fondamento in rapporti personali svolti in precedenza e fuori dal processo", come affermato dalla Cassazione.
Nel documento poi si ricorda che dall'esame degli atti, ormai pubblici, risulta che Occhionero nel corso delle indagini a suo carico e prima di avere accesso agli atti del procedimento "aveva già manifestato l'intenzione di presentare un esposto contro Albamonte alla Procura della Repubblica di Perugia".
Nel documento si rileva inoltre che da altre conversazioni intercettate nel medesimo periodo risulta che Occhionero, avendo appreso la falsa notizia dell'imminente trasferimento di Albamonte ad altro incarico, esprimeva soddisfazione per il fatto che lo stesso non si sarebbe più occupato delle indagini a suo carico.
