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1993

Biscardi e la lite in diretta con Berlusconi

08 ottobre 2017 | 11.05
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' la fine di maggio del 1993. Silvio Berlusconi al telefono interviene in diretta al 'Processo del lunedì' di Aldo Biscardi e muove due contestazioni: l’attenzione riservata alle sue deposizioni spontanee rese al giudice nell’ambito dell’indagine sull’applicazione della legge Mammì e il modo in cui era stato posto il problema riguardo all’assegnazione delle frequenze per il Giro d’Italia. Il Cavaliere è un fiume in piena: "Non rispetto chi dice falsità". "Evidentemente per lei il pluralismo è un optional" replica il conduttore televisivo.

Il giorno dopo Biscardi commenta all'AdnKronos: il presidente del Milan è stato non ''pesante'', nella prima parte della telefonata, ma ''pesantissimo''. ''Evidentemente i collaboratori del dott. Berlusconi lo hanno informato male - dice Biscardi - pensando che avessimo voluto attaccarlo in particolare sulla deposizione ai magistrati in qualità di testimone per il caso-frequenze. E che avremmo puntato tutta la nostra trasmissione su questo. Tutto falso''.

''Il presidente del Milan, nella prima parte della telefonata - afferma Biscardi - Era fuori di sé. Come diceva Rognoni, abbiamo visto e sentito un 'Berlusconi uno', che è stato pesante, e un 'Berlusconi due', che in finale si è scusato''.

Poi aggiunge: "'Il processo' ha dato modo al pubblico di far conoscere i due volti del presidente del Milan. Noi gli abbiamo dato la possibilità di sfogarsi, Lo abbiamo fatto parlare, si è accorto di aver sbagliato. E' un Berlusconi, quello 'numero uno', che nemmeno lui, forse, conosceva, oppure cercava di tenere nascosto''.

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