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Il blitz

Scoperta rete di pedofili sul web, coinvolto anche un magistrato

13 ottobre 2017 | 08.41
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Una rete di pedofili che si scambiava materiale pedopornografico su internet, utilizzando il servizio di instant messagging criptato di un notissimo applicativo, ritenuto riservato e sicuro. Sono 10 le persone arrestate, 47 le perquisizioni eseguite e ingente il materiale pedopornografico sequestrato nel corso dell'operazione 'Black Shadow' condotta dalla polizia postale di Bolzano.

Nell'indagine è coinvolto anche un magistrato di Reggio Calabria che risulta tra gli arrestati. Il magistrato era stato già arrestato il 2 ottobre scorso per pornografia minorile nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla procura di Messina.

L’incipit alle indagini viene dato dall’arresto di un 38enne altoatesino, avvenuto il primo febbraio del 2016, trovato in possesso di 4 Terabyte di materiale digitale (foto/video) contenente esibizioni pornografiche di minorenni. Le dichiarazioni rese dall’arrestato, che affermava essere materiale scaricato dalla navigazione internet, e quindi ceduto da soggetti dei quali non era in grado di indicare generalità od ulteriori elementi utili alla loro identificazione, hanno insospettito gli investigatori informatici della Polizia delle Comunicazioni i quali hanno individuato tra le prove digitali del computer in sequestro un abnorme utilizzo dell’applicazione Voip ed una impressionante rubrica composta da numerose decine di contatti.

Sono riusciti quindi, attraverso l’utilizzo di particolari software, a ricostruire a posteriori un’enorme quantità di conversazioni dalle quali emergeva la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni.

L’uomo risulta essere il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina minorenne, affermava essere attratto sessualmente da bambini in tenera età offrendo, agli interlocutori di volta in volta succedutisi nelle comunicazioni, materiale pedopornografico.

I soggetti coinvolti nel traffico della produzione e cessione di materiale illecito avevano accordi ben stabiliti, patti di segretezza da mantenere e l’obbligo di fare uso dell’instant messaging per la condivisione delle foto proibite di minori al fine di rimanere anonimi e quindi restare impuniti.

L’indagine ha dimensioni rilevanti in quanto i soggetti con i quali lo stesso intratteneva rapporti telematici sono dislocati su tutto il territorio italiano. Gli investigatori hanno scoperto ben 48 sodali le cui attività di produzione e condivisione di materiale illecito prendono il via dalle regioni del Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.

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