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Modena, l'esperta: "Sexting diventa normalità"

08 novembre 2017 | 15.46
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Sexting, ultima frontiera. Un gruppo di ragazzine si scambia via chat immagini di sé nude, in pose ammiccanti, video con momenti di autoerotismo e altri segreti intimi. Come in una sorta di 'diario collettivo' creato su Whatsapp, tutto deve rimanere strettamente confidenziale tra le 60 giovani liceali di Modena e Reggio Emilia coinvolte. Così però non è stato: qualcuno ha spifferato i segreti del gruppo e le immagini sono finite in rete. Comincia un incubo. Lo scambio virtuale di foto e filmati senza veli a contenuto sessuale "è una tendenza che sta diventando oggi normalità, i ragazzi non riflettono sulla gravità e le conseguenze che la pratica può avere, come anche in questo ultimo episodio", dice all'Adnkronos Maura Manca, presidente dell'Osservatorio nazionale adolescenza.

"L'aspetto nuovo nella vicenda di Modena è che sono tutte ragazzine: hanno sentito l'esigenza di infrangere l'intimità, di condividere pubblicamente atti privati, mettersi in mostra tra di loro. Come se tutto fosse normale", spiega Manca avvertendo che "l'età di chi pratica questo tipo di scambi si sta abbassando, 11 anni addirittura. Ragazzini che non hanno nemmeno la capacità critica di comprendere il senso di quanto stanno facendo e soprattutto le conseguenze".

"E' la generazione 'instant', quella che sente la necessità di condividere in tempo reale con video e immagini tutto ciò che fa - sottolinea Manca -. Non c'è quindi da stupirsi se in un clima di fiducia lo scambio, spinto fino al'intimità, avvenga tra amiche".

Educare è la parola chiave per contrastare il fenomeno. "Niente politiche del terrore da parte dei genitori. Non si tratta di lanciare allarmi dicendo 'questo non si deve fare' senza far capire i motivi. Perché in questo modo i ragazzi vedono il problema distante da loro. Bisogna invece fare un lavoro sistematico, non occasionale, di stimolazione della capacità critica, portare i ragazzi a ragionare, attraverso la lettura di fatti reali, sulle conseguenze concrete che determinati atti possono avere. Confrontarsi continuamente con loro, creare un dialogo costruttivo", evidenzia l'esperta aggiungendo che la scuola, "fin dalle elementari", ha in tutto questo un ruolo fondamentale.

"Bisogna spiegare agli studenti che agendo in un certo modo si commettono reati: il nudo di minori è un reato", dice Manca. Bisogna inoltre portarli alla consapevolezza che "le immagini una volta inviate non sono cancellabili e possono diventare virali". In classe "è importante parlare di sessualità anche legata al digitale. Se non si fa una informazione globale sui fenomeni che li riguardano, i casi di sexting sono destinati a crescere". E se qualcosa si rompe nella crescita di un ragazzo/a per un senso di vergogna e di colpa "si rischiano conseguenze psicopatologiche gravissime, altissimi sono infatti i casi di depressione tra i giovani".

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