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"Quelli dell'hotel Rigopiano non rompano", la telefonata choc

26 novembre 2017 | 08.47
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"Il direttore dell’hotel Rigopiano chiede una turbina per far ripartire gli ospiti, bloccati dalla nevicata". La risposta: "Quello dell'albergo non deve rompere il c... Digli che deve stare calmo". E' la conversazione della vergogna, riportata da 'Il Messaggero' tra due funzionari della Provincia di Pescara, entrambi indagati dalla prima ora per i ritardi dell’intervento al Rigopiano, l'hotel rimasto sepolto da una valanga di neve il 18 gennaio scorso. Una tragedia che provocò la morte di 29 persone.

La telefonata tra i due avviene, riferisce il quotidiano romano, alle 9:30 del 18 gennaio quando la zona è già coperta di neve ma ancora non c'è stata la scossa di terremoto che provocherà la slavina. Le conversazioni tra i due funzionari fanno emergere particolari importanti in relazione alle modalità con le quali è stata gestita l'emergenza.

Già il giorno prima della tragedia, riferisce 'Il Messaggero, uno dei due funzionari aveva proposto di chiedere le turbine all'Anas, ma l'altro aveva risposto: "Così ci facciamo fare l'esproprio in casa", in riferimento al fatto che la competenza della viabilità è in capo alla Provincia. Una scelta che peserà al momento dell'emergenza. Le telefonate, scrive il quotidiano romano, sono "ritenute centrali dagli inquirenti".

La Procura della Repubblica di Pescara, nell'ambito dell'inchiesta che sta portando avanti sulle cause che hanno determinato la tragedia, ha emesso nei giorni scorsi altri 23 avvisi di garanzia .Tra i reati ipotizzati dalla Procura guidata dal capo Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia ci sono quelli di omicidio e lesioni plurime.

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