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"Sessista e retrograda", bufera su pubblicità Pandora

04 dicembre 2017 | 11.43
LETTURA: 3 minuti

(Foto Twitter)
(Foto Twitter)

"Un ferro da stiro, un pigiama, un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la farebbe felice?" E' quanto recita l'ultima campagna pubblicitaria del noto marchio di gioielli Pandora, finita al centro delle polemiche perché ritenuta "retrograda" e "sessista". Una reclame lanciata dall'azienda danese in occasione delle feste natalizie che è subito rimbalzata in rete suscitando le critiche e l'indignazione di decine di donne. "Se per voi le donne sono solo ferri da stiro e gioielli, sappiate che non è così. Aggiornatevi. Siete insultanti e mediocri", "Avete fatto una pubblicità che descrive una donna che anche negli anni 50 sarebbe stata anacronistica", "Il messaggio mi sembra sessista e da Medioevo", si legge tra i vari commenti.

Commenti cui è seguita, sempre via social, la dura critica del movimento femminista 'Non una di meno': "Di pubblicità sessiste purtroppo ne vediamo a bizzeffe - scrivono su Facebook - ma stavolta Pandora si è superata mettendo insieme diversi stereotipi che questa società maschilista e patriarcale attribuisce alle donne. Ci sono il ferro da stiro, il pigiama e il grembiule; oggetti destinati ad una schiava del lavoro domestico che deve passare il suo tempo libero tra le mura di casa! Per quanto riguarda il bracciale poi, che se volessimo realmente saremmo in grado di comprarcelo da sole, tenetelo pure e fateci un vero regalo.. il rispetto".

A nulla è servita la replica di Pandora che, cercando di correre ai ripari con una nota in cui spiega che "il messaggio a volte è stato frainteso", è diventata subito bersaglio di ulteriori critiche. "Avreste fatto più bella figura a chiedere scusa per la caduta di stile senza cercare giustificazioni", "Dai che non è poi così difficile chiedere scusa per una campagna sessista e retrograda. O forse sì? Ed è più facile affermare che sia il consumatore a non aver capito", "Quando una campagna pubblicitaria va spiegata vuol dire che è fatta male. Qui è evidente la visione maschilista della donna che deve fare la 'casalinga'. Togliete la campagna e licenziate il responsabile altro non si può fare. E non siamo più negli anni 50", si legge tra i commenti più duri.

Di fronte ad una simile reazione, infine, l'azienda non ha potuto fare a meno di scusarsi: "Ciao a tutte, abbiamo continuato a leggere i vostri commenti relativi alla campagna di affissione nella metropolitana di Milano e ci teniamo a condividere con voi il nostro punto di vista - scrive Pandora in una seconda nota condivisa via social - La nostra intenzione era quella di strizzare l'occhio ad alcuni stereotipi che tutte noi conosciamo in maniera ironica e giocosa, assolutamente non offensiva, con il desiderio di regalarvi un sorriso - spiega - In realtà abbiamo visto che estrapolati dal loro contesto alcuni passaggi di questa comunicazione hanno generato interpretazioni opposte al nostro intento, quindi - concludono - ci scusiamo con tutte coloro che si sono sentite toccate nella loro sensibilità.


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