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Un telescopio per le baby stelle, 32enne italiano nel team Nasa

04 gennaio 2018 | 15.30
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Foto dalla Nasa
Foto dalla Nasa

Da bambino sognava di lavorare alla Nasa e come in una favola a soli 32 anni c'è riuscito. C'è voluto tanto impegno, ma la determinazione dell'ingegnere tarantino Giuseppe Cataldo è stata premiata. Dopo gli studi in Francia, al Politecnico di Milano e Torino, il dottorato in aeronautica e in navigazione spaziale al MIT di Cambridge, questo genio italiano adesso sorride in giacca e cravatta davanti al telescopio James Webb Space. Fa parte del team che si occupa del progetto da 10 miliardi di dollari, frutto di una collaborazione tra la Nasa, l'Agenzia spaziale europea e quella canadese. "Quando ho ricevuto la proposta per essere assunto non ci credevo" dice in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando di essere stato scelto nel 2009 su segnalazione dell'Agenzia spaziale europea per entrare alla Nasa Academy. "Con il mio metodo matematico si verificano le qualità termiche del telescopio in appena due settimane, quando prima occorrevano tre mesi - aggiunge al Corriere-. Ma soprattutto sarà in grado di garantire un'affidabilità finora impossibile da raggiungere".

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Il James Webb Space è un telescopio a raggi infrarossi con uno specchio da 6 metri e mezzo, che tra due anni sarà lanciato in orbita per mostrare "l'universo bambino", per indagare la nascita delle prime galassie e scoprire come si formano le stelle. Questo cervello in fuga, però, in futuro desidera, un po' come tutti, fare ritorno nella propria terra. "Mi piacerebbe insegnare in una università italiana" rivela il nostro 'uomo delle stelle'.

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