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Adozioni, la giurista: "Serve riforma per tutela interesse figli sopravvenuti"

27 gennaio 2018 | 14.38
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Adozioni, la giurista:

E' "auspicabile" una riforma della disciplina dell'adozione di maggiori di età che garantisca il superiore interesse dei figli minori, che rappresenta un valore fondamentale dell'ordinamento nazionale e sovranazionale". E' quanto sottolinea la giurista Alessandra Gatto, esperta in diritto di famiglia, ricordando che "il caso della sopravvenienza di figli dell’adottante successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione non è stato disciplinato dal legislatore".

Per Giuffrè editore Gatto ha realizzato la pubblicazione 'La sopravvenienza di figli successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di persona maggiorenne - Tutela del superiore interesse dei minori sopravvenuti e prospettive di riforma".

"L’adozione di persona maggiorenne crea un 'duplice rapporto di filiazione' per l’adottato maggiorenne", che "non perde i rapporti con la famiglia d’origine, conservando verso questa tutti i diritti e doveri e tra questi anche i diritti successori. L’adozione di maggiorenne, a differenza dell’adozione di minore, non ha infatti funzione protettiva ma prevalentemente patrimoniale e successoria. La conservazione dei rapporti tra l'adottato maggiorenne e la sua famiglia d'origine -rileva Gatto- non impedisce all'adozione di persona maggiore di età di costituire pertanto, in relazione all'adottato, un nuovo stato di figlio che si aggiunge e che concorre con lo status acquisito per nascita".

"L'adottato maggiorenne conserva quindi lo status di figlio verso i suoi genitori biologici ma allo stesso tempo acquista lo status di figlio adottivo (se pur non si tratti di un'adozione piena) verso l'adottante: il nuovo vincolo di filiazione -osserva la giurista- non si sostituisce, come invece avviene nell'adozione di minore, ma si aggiunge al precedente. Alla luce di quanto esposto emerge quindi una duplice investitura in distinti stati familiari".

La regola trova spiegazione "proprio nella ratio dell'istituto dell'adozione di persona maggiorenne che è da ravvisare nella tutela dell'esigenza di assicurare a chi non ha figli la continuità del proprio nome e del proprio patrimonio. I figli sopravvenuti saranno direttamente lesi nella loro sfera patrimoniale da siffatto atto, volto ad incidere nella loro sfera patrimoniale e rispetto al quale non hanno potuto esprimere il proprio consenso. A questo proposito si deve ricordare che il codice civile non ammette l’adozione di maggiorenne in presenza di figli minori".

Si pone pertanto il problema "della tutela dell’interesse dei minori sopravvenuti", che "è destinato ad acquisire una rilevanza preminente". A giudizio della giurista, che cita una serie di disposizioni normative sull'argomento specifico, "emerge pertanto una piena tutela del superiore interesse del minore: al suddetto interesse deve essere attribuita rilevanza preminente in tutte le decisioni volte ad influire nella sua sfera individuale. Il caso della sopravvenienza di figli dell’adottante successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione non è stato disciplinato dal legislatore: attualmente le ipotesi di revoca dell’adozione di persona maggiorenne, previste dagli artt. 306 c.c. e ss., sono tassative e tra queste non è indicata la fattispecie in esame. Senza dubbio emerge l’esigenza di tutela dei figli minori dell’adottante nati successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di maggiorenne".

Pur riconoscendo che "la legislazione in tema di adozioni può essere sempre sottoposta ad adeguamenti", Vanna Iori (Pd), membro della Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza e docente di pedagogia all'Università Cattolica di Milano, è del parere "che la genitorialità si debba esplicare nelle stesse forme nei confronti di tutti i figli, senza disparità o distinzione tra adottanti e naturali".

Il punto di vista di Alessandra Gatto "è corretto" a giudizio di Monica Ravasi, avvocato dell'Associazione ItaliaAdozioni. "Ad oggi -dice all'Adnkronos Ravasi- la legge presenta questa lacuna, c'è una mancata previsione normativa su questo aspetto specifico". L'adozione del maggiorenne "ha un'origine antichissima, che risale all'antica Roma, quando le persone, al fine di trasmettere il proprio patrimonio e non avendo figli, decidevano di adottare persone a loro legate in modo diverso, perfino schiavi". Si tratta, osserva, di "una questione piuttosto complessa: colmare il vuoto legislativo sull'argomento sarebbe risolutivo se la nuova norma fosse ben declinata".

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