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'Basta chiamarmi Piergay', lo sfogo del 20enne su Facebook

31 gennaio 2018 | 17.36
LETTURA: 4 minuti

(Post Facebook Pierluigi Glionna)
(Post Facebook Pierluigi Glionna)

"Ciao, sono Pierluigi; per gli amici Pier, Pipè, Piè... per molti sono purtroppo PIERGAY". Inizia così il lungo sfogo di un 20enne di Spinazzola, piccolo comune in provincia di Barletta-Andria-Trani, che su Facebook racconta gli episodi di bullismo di cui è stato vittima nel corso della sua vita. Una vita che "fin dai primi anni delle scuole elementari - confessa il ragazzo - è stata "macchiata" da voci, insulti, ingiuri sul mio conto ... e da quella parola (che eviterò di riscrivere) che leggete lì in alto".

"Per quasi 10 anni - scrive il ventenne - non c'era volta che attraversavo una piazza e non sentivo insultarmi o vedere gente che rideva di me; non potevo entrare in un bar o semplicemente uscire con le mie amiche. PER 10 ANNI". "Questo schifo mi ha fatto cambiare scuola superiore - prosegue -perché ogni giorno durante il viaggio di ritorno subivo bullismo. Questo schifo mi ha fatto rinchiudere dentro casa per un periodo perché avevo paura di uscire".

"Mi piacerebbe raccontarvi che questa VIOLENZA sia finita. Non è così", commenta amaro, raccontando l'ultimo episodio di bullismo di cui è stato vittima. "Stasera ho fatto un brutto salto nel passato - rivela - un gruppo di bambini di 13 o 14 anni (anche se a quell'età bambini non lo si è più) mi hanno urlato questo schifoso nomignolo per strada, hanno fatto versi e detto frasi sul mio conto. Appena ho cercato di avvicinarmi e parlare con loro da persona matura, ovviamente sono scappati via. Mi hanno seguito per tutto il tempo e hanno continuato ancora e ancora ad urlare".

"Questa non è una questione 'Frich e Fricatenn' come molti mi hanno detto per anni - sostiene - Questa cosa fa male! Fa male essere obbligati a convivere senza che io lo voglia con questo insulto dato da qualcuno. Non si può giustificare ogni cosa che dice un bambino, sono stanco di sentire genitori che mi dicono "ma mio figlio si fa trasportare. Questo è un appello che faccio perché sono stanco di subire una violenza, perché questa è una violenza a prescindere se la bocca sia di un bambino o di un adulto".

"La cosa che mi da più rabbia - aggiunge - è che sono le nuove generazioni, gli adolescenti, i bambini ad usare questi termini... insomma da chi nel 2018 dovrebbe sapere che GAY non è una parolaccia, che GAY un insulto non è. Non bisogna rimanere impassibili, bisogna agire. Nelle scuole si parla di bullismo, ma evidentemente questa gente è distratta quando se ne parla. Crescete, scoprite, informatevi se siete ignoranti... perché un giorno che uscirete da questo paesino sarete piccoli come formiche e vi accorgerete realmente di com'è il mondo".

"Vorrei fare un appello anche a tutti i genitori - conclude - insegnate ai vostri figli che il mondo va avanti, che la vita è corta e bisogna vivere esaltando l'amore, l'amicizia, le passioni. Concludo col dire che se per voi questo mio estro è ESSERE DIVERSO, allora SONO FIERO DI ESSERE DIVERSO, è la parte migliore di me".

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