Un documento firmato davanti a un notaio. Un impegno scritto, nel quale il candidato promette di dimettersi dalla carica di parlamentare in caso di elezione. Questa, a quanto apprende l'Adnkronos, l'exit strategy che i vertici pentastellati avrebbero adottato per risolvere il 'caso' di Emanuele Dessì, il candidato al Senato finito nella bufera per il video con Domenico Spada, per un post su Fb nel quale affermava di aver "menato un ragazzo rumeno" e per l'irrisorio canone d'affitto della sua casa a Frascati. Dessì avrebbe già siglato l'accordo davanti a un notaio.
In mattinata Luigi Di Maio aveva detto di aver "sentito Emanuele Dessì" e di "convenuto prima di tutto che lui è un incensurato e non è un impresentabile" . Ma lui stesso ha convenuto, con grande senso di responsabilità, che continuare a farsi strumentalizzare per attaccare il M5S non ha senso, quindi, mi ha dichiarato la sua volontà di fare un passo indietro".
"Ho assistito a una violenza inaudita contro il movimento e mi fa piacere che Emanuele Dessì abbia fatto questa scelta per proteggere il M5S e la sua famiglia da strumentalizzazioni" ha proseguito Di Maio.
"Dessì ha rinunciato alla candidatura e ha rinunciato alla sua eventuale elezione in Parlamento, ora io spero che si possa parlare dei veri impresentabili, come Luigi Cesaro - ha aggiunto - Presto avrete l'elenco di tutti i candidati impresentabili, vedrete quanti ce ne sono...".