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Olbia

Ragazza suicida per video hard: 2 indagati

08 febbraio 2018 | 22.05
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

I carabinieri di Olbia hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di due giovani di Porto Torres (Ss) ritenuti responsabili,  in concorso, di diffamazione aggravata e morte quale conseguenza di altro delitto di Michela Deriu, la barista di Porto Torres (Ss) che si suicidò a La Maddalena in casa di un’amica dopo essere stata ripresa durante un rapporto sessuale e il video divulgato su alcune chat.

L’atto è stato notificato agli indagati e ai loro legali a conclusione di una complessa indagine, resa non facile anche a causa della delicatezza dei fatti che sono stati accertati dagli investigatori della Sezione Operativa del Reparto Territoriale Carabinieri di Olbia e della Compagnia di Porto Torres. Il 5 novembre scorso infatti, intorno alle 3 di notte Michela Deriu, 22enne, è stata trovata morta in casa di un’amica che la stava ospitando a La Maddalena.

Sul posto intervennero i Carabinieri di La Maddalena che trovarono due biglietti il cui contenuto faceva ipotizzare che l’estremo gesto potesse essere collegato a fatti che avessero interessato la sfera personale e sessuale della vittima. Considerata la delicatezza della vicenda, la Procura di Tempio Pausania ha affidato le indagini agli investigatori della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Olbia, al fine di verificare se Michela avesse deciso di togliersi la vita perché istigata da altre persone o se vi fossero state situazioni che avessero contribuito in qualche modo nella sua decisione di togliersi la vita.

I carabinieri, da subito, hanno avviato gli accertamenti sentendo oltre cento persone, effettuato numerose intercettazioni telefoniche, e confrontato una grande quantità di dati e materiale informatico, video e foto sequestrati nel corso delle indagini. Le risultanze sono state accolte in toto dall’Autorità Giudiziaria che ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di C.M. e P.R., rispettivamente di 24 e 29 anni entrambi di Porto Torres, ritenuti responsabili di diffamazione aggravata e morte come conseguenza di altro reato.

I militari hanno accertato che Michela, il 3 novembre 2017, dopo che la notizia era stata riportata sugli organi di stampa, aveva denunciato una rapina ai Carabinieri avvenuta a Porto Torres all’1.30 del 31 ottobre 2017. Ma nel corso delle indagini questa rapina risultò priva fondamento, anzi, gli elementi raccolti hanno portato a dimostrare che il reato fosse stato simulato dalla stessa vittima per coprire qualcos’altro.

E’ stato scoperto anche che i due indagati, "in concorso tra loro e comunicandolo a più persone - si legge nell’ordinanza - hanno offeso la reputazione di Michela, rivelando, senza il suo consenso, informazioni confidenziali attinenti alla sua vita e abitudini sessuali e, in particolare, hanno mostrato, divulgandolo in questo modo, alcune riprese video e fotografie che ritraevano la giovane mentre consumava un rapporto sessuale''.

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