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La voragine della paura

15 febbraio 2018 | 07.55
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La voragine della paura

Maxi voragine, si indaga per crollo colposo. E' questo il reato per cui la Procura di Roma procede dopo che, mercoledì pomeriggio, in via Livio Andronico nella zona della Balduina a Roma, un crollo ha inghiottito strada e auto.

Nel mirino della Procura, due persone: si tratta del legale rappresentante dei proprietari del terreno e del titolare della società responsabile del cantiere nel quale è avvenuto il cedimento. L'indagine è stata affidata dal procuratore Giuseppe Pignatone al procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, che si è recata nella zona per effettuare un sopralluogo assieme alle forze dell'ordine.

I rilievi sono proseguiti per l’intera giornata. Sul posto, oltre a D’Elia, il pm Mario Dovinola, titolare con il procuratore aggiunto del fascicolo, che insieme con i Vigili del Fuoco hanno eseguito rilievi nell’area crollata.

I magistrati vogliono capire in particolare cosa abbia provocato la rottura di alcuni piloni che si sono spezzati e se il cedimento che ha causato l’enorme voragine sia stato almeno in parte causato da paratie di mantenimento insufficienti o dalle infiltrazioni di acqua presenti nel cantiere già prima del crollo. Gli inquirenti inoltre acquisiranno tutti i documenti presenti negli uffici del Comune di Roma relativi ai lavori.

In mattinata ci sono svolte le verifiche di sicurezza da parte dei vigili del fuoco. A seguito del crollo, nel quale sono state inghiottite diverse auto, per motivi di sicurezza sono circa 22 le famiglie che sono state fatte evacuare. Non si segnalano feriti ma la zona rimane interdetta.

"Il dissesto sì è al momento stabilizzato ma temo che ci vorranno diversi giorni per il rientro a casa dei 22 nuclei familiari" afferma all'AdnKronos il responsabile dei Vigili del Fuoco, Paolo Parlani, facendo il punto della situazione.

"I geologi de La Sapienza stanno facendo delle verifiche con una speciale strumentazione sia sul fronte della frana che sul fronte dei fabbricati. Una strumentazione che permette anche di verificare spostamenti millimetrici" spiega Parlani. In quella strada, rileva, "è stata interrotta sia l'acqua che il gas. L'Acea ha mandato una autobotte. E' chiaro il disagio per le famiglie e gli abitanti del quartiere".

ACEA - ''Dopo i primi interventi e rilievi effettuati questa notte dal personale tecnico recatosi prontamente presso la frana che si è creata lungo Via Livio Andronico, Acea Ato 2 ha constatato l’ottimo stato delle tubature. Esse si presentano però troncate di netto, probabilmente per il forte impatto dovuto allo smottamento del terreno, ma in nessun modo corrose''. E' quanto scrive in una nota Acea Ato 2.

L’azienda, continua ''fa rilevare che negli ultimi tre anni non è stato necessario intervenire in alcun modo su tali condutture, proprio perché giudicate idonee e in ottimo stato. I primi interventi risalgono ad una settimana fa quando l’8 febbraio le squadre inviate sul posto, in riposta alla segnalazione della Polizia Locale delle 16.33, hanno trovato per la prima volta i tubi troncati, rottura causata anche in quel caso probabilmente dallo smottamento del terreno''.

''Il personale tecnico che si era recato sul posto non avendo riscontrato in strada alcuna anomalia, ha proceduto alla riparazione e al ripristino del servizio. Acea Ato 2 informa che il ripristino del servizio è previsto per il pomeriggio di oggi'', conclude Acea.

L'URBANISTA - La voragine dimostra che "è necessario un Piano strategico di riqualificazione" della Capitale perché, spiega Sandro Simoncini, docente di Urbanistica e Legislazione Ambientale all'università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea, e "al di là delle eventuali responsabilità su cui dovranno far luce forze dell'ordine e magistratura", il crollo "riporta drammaticamente d'attualità il tema della fragilità urbanistica, infrastrutturale ed edilizia " della città.

"Non c'è dubbio che si tratta di una situazione di precarietà che si trascina da troppo tempo e che - avverte l'urbanista - va affrontata nel modo più tempestivo e organico possibile". Su questo, indica ancora l'ingegnere, "le forze politiche della città, indipendentemente dal ruolo da esse svolto, devono trovare una convergenza di intenti per chiedere a gran voce al Governo nazionale il sostegno finanziario necessario a programmare una serie di interventi strutturali e strategici".

"L'amministrazione di Roma ha il compito di censire in modo puntuale tutte le aree che presentano delle criticità, in modo da stabilire una scala di priorità in base alla quale operare" chiarisce Simoncini, sottolineando che "contestualmente vanno reperite le risorse, che ovviamente non possono scaturire dal bilancio ordinario della città, perché stiamo parlando di una mole di interventi insostenibile senza un aiuto da parte dello Stato centrale". Simoncini suggerisce quindi che "potrebbe essere coinvolta la Cassa Depositi e Prestiti o magari attivare un fondo speciale sotto la supervisione dell'Autorità nazionale anticorruzione, in modo da assicurare massima trasparenza sulla destinazione del denaro".

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