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Cani avvelenati, è giallo a Sciacca

18 febbraio 2018 | 14.21
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(Fotogramma)
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"I volontari delle Sezioni Enpa di Catania e Adrano (Catania), in collaborazione con la Sezione di Agrigento, sono intervenuti ieri a Sciacca nel luogo dove una trentina di cani sono morti per avvelenamento. Sul posto, un'area di capannoni dismessi, i volontari hanno trovato rifiuti, materiale di risulta - tra cui il pericolosissimo Eternit - e, purtroppo, altre esche avvelenate". Lo sottolinea l'Enpa che lancia l'allarme per una ventina di cani che mancano all'appello.

"Al momento, l'emergenza principale è rappresentata da una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa - afferma -, sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all'appello; alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile metterli in sicurezza. L'area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri, presenti in loco insieme alla Polizia municipale, tuttavia poco o nulla è dato sapere sia sull'inizio delle operazioni di bonifica previste per legge sia sugli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti".

"Purtroppo non ci è stata data alcuna informazione al riguardo. L'amministrazione comunale è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l'incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge", spiega Cataldo Paradiso, presidente dell'Enpa di Catania. Secondo la normativa, infatti, il sindaco non solo è responsabile per i randagi e gli altri animali vaganti sul suo territorio - responsabilità che naturalmente comprende la tutela della loro incolumità - ma in caso di ritrovamento di esche avvelenate deve attivare la procedura prevista dalla normativa. Che prevede, appunto, la bonifica dell'area interessata.

"Tuttavia - lamenta l'Enpa -, sembra proprio che a Sciacca, ciò non sia accaduto e che nulla venga fatto per porre rimedio a tale inadempienza. Una inadempienza ancora più grave poiché, purtroppo, nella città siciliana gli avvelenamenti rappresentano una triste e consolidata realtà. Contro cui evidentemente non si è agito come si sarebbe dovuto".

Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa, chiede quindi alle autorità e alle istituzioni "di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempienze, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti. Alla magistratura il compito di individuare e punire sia gli autori materiali di questo gesto criminale, sia le istituzioni che lo hanno permesso grazie alla loro inerzia. Ai cittadini il diritto/dovere di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni".

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