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Caso Moro

Ex Br choc: "La vittima è diventato un mestiere"

17 marzo 2018 | 17.43
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Rapimento di Aldo Moro (Fotogramma)
Rapimento di Aldo Moro (Fotogramma)

"C'è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l'hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te". Lo ha detto l'ex brigatista Barbara Balzerani, che fu dirigente della colonna romana delle Brigate rosse e componente del commando che organizzò il rapimento del leader democristiano Aldo Moro, commentando l'anniversario del 16 marzo 1978.

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Balzerani, che è stata condannata all'ergastolo, ieri sera è stata ospite del centro sociale Cpa di Firenze Sud per presentare il suo libro 'L'ho sempre saputo', pubblicato dalla casa editrice Derive&Approdi. L'incontro, organizzato dalla Libreria Majakovskij, fissato il giorno stesso dell'anniversario della strage di via Fani, ha suscitato polemiche e proteste da parte di parlamentari del centrosinistra, tra cui Gabriele Toccafondi, e di consiglieri comunali del centrodestra, indignati per l'iniziativa.

"Prendo atto della sua inconsulta dichiarazione. Avrei immaginato che avrebbe risposto con il silenzio che è d'oro. Negli ultimi quaranta anni mentre io mi arrampicavo sugli specchi per mantenere mio figlio, voi ve la siete 'goduta' senza fatica, senza dolore e senza merito" dichiara in una nota Maria Fida Moro, primogenita di Aldo Moro, in risposta a quanto detto da Barbara Balzerani.

"Ciò detto aggiungo che io sono quella del perdono nei vostri confronti, che mi è costato un baule di parolacce e minacce di morte (compresa la carta igienica sporca inviata per posta). Altri - sottolinea - hanno trasformato in mestiere ed in una lucrosa fonte di reddito il nostro dolore. Detesto anche solo l'idea del mestiere di vittima, che ho sempre rifiutato. Sono andata in giro gratis attraverso l'Italia per portare un messaggio di pace amorevole, nonostante. Se c'è qualcuno che ha trasformato in mestiere una morte totalmente ingiusta siete voi, portati in palma di mano, da gente vile e meschina".

"Noi non abbiamo scelto di essere vittime e non ne abbiamo fatto un mestiere" dichiara in una nota Luca Moro, nipote del presidente Dc, figlio della primogenita Maria Fida. "Voi avete scelto di fare i brigatisti e di piombare nelle nostre vite distruggendole, cosa di cui avremmo fatto volentieri a meno, negli ultimi quaranta anni avete avuto lo spazio, la voce e la visibilità. Cose che a noi sono state negate". "Sembra che l'esperienza di essere a contatto con Aldo Moro in quei cinquantacinque giorni non abbia insegnato niente né a lei né ad altri. L'unica cosa saggia che le rimarrebbe da fare - conclude - sarebbe il silenzio, ne farebbe una figura migliore come essere umano".

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