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Tiangong 1 in caduta, "rischi per l'Italia"

23 marzo 2018 | 10.42
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La stazione satellitare cinese Tiangong 1 (foto dal sito della Protezione Civile)
La stazione satellitare cinese Tiangong 1 (foto dal sito della Protezione Civile)

Si avvicina sempre più verso la Terra la stazione spaziale cinese Tiangong 1, in lenta e progressiva discesa verso il nostro pianeta. Il rientro del 'Palazzo Celeste' potrebbe interessare il nostro Paese nei giorni di Pasqua, "in una finestra temporale che si apre il 28 marzo e si chiude il 4 aprile 2018 " fa sapere la Protezione civile, che ha inviato a tutti i ministeri e a tutte le regioni una circolare. La parte d'Italia che potrebbe essere interessata dall'eventuale caduta di frammenti "è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall'Emilia Romagna e va verso il sud".

A causa della complessità dell'interazione fra la stazione spaziale e l'atmosfera terrestre, afferma la Protezione civile, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte. Ma "gli eventuali frammenti della Tiangong 1 che resisteranno all'attrito con l'atmosfera cadranno nella zona all'interno della fascia -44°S e +44°N di latitudine. L'area è molto ampia e costituita in gran parte da oceani e deserti, ma il raggio di impatto include anche zone di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia".

Per quanto riguarda il nostro Paese, il monitoraggio avviene attraverso l'Agenzia spaziale italiana (Asi). "Il compito di Asi è tenere sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale di Matera" si legge ancora nel documento della Protezione civile.

Il tavolo tecnico annunciato dall'Asi a inizi marzo è ormai attivo e con l'Agenzia e la Protezione Civile siedono anche Enac, Enav e ministero della Difesa. Il viaggio di rientro della stazione spaziale cinese non è però "alla cieca", la 'caduta libera della Tiangong-1 è seguita dalle agenzie spaziali di tutto il mondo e al momento per gli esperti dell'Asi Claudio Portelli e Ettore Perozzi "sono davvero basse le probabilità che la stazione spaziale cinese Tiangong 1, o meglio i suoi frammenti, possano cadere sull'Italia, una probabilità talmente bassa da essere improbabile".

Ma la Protezione Civile e la 'task force' che segue la 'corsa' della Tiangong-1 verso la Terra non allenta la presa. Il Dipartimento chiarisce che "solo tre giorni prima dell'evento avremo, dall’Agenzia Spaziale Italiana, la conferma del giorno esatto in cui questi frammenti cadranno, e 36 ore prima della caduta avremo maggiori informazioni sull’area che potrebbe essere interessata dal fenomeno".

"La conferma dell’area interessata avverrà, però, con un preavviso, sull’eventuale impatto, che potrebbe essere inferiore ai 40 minuti" avverte la Protezione Civile.

Tiangong 1 è la prima stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011. Il ritorno sarebbe dovuto avvenire nell'Oceano Pacifico, ma nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa della stazione in modo incontrollato. Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento. Tiangong 1 è stata pensata come laboratorio e stazione sperimentale per l'attracco di varie navette Shenzhou, che effettivamente l'hanno visitata tre volte, due delle quali in missioni "abitate dagli astronauti".

La massa complessiva al lancio di 8500 kg., incluso il propellente, si è progressivamente ridotta in quanto la vita operativa pianificata inizialmente in due anni è stata ampiamente superata e una gran quantità di carburante è stato consumato per sostenere l'orbita e le condizioni di abitabilità all'interno del modulo. Si stima che la parte di propellente residuo che avrebbe permesso il previsto rientro controllato nell'Oceano Pacifico sia ancora a bordo.

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