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Da gaudiezza a wazzappite, le moderne 'sociopaturnie'

01 aprile 2018 | 16.27
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(Fotogramma)
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Dalla 'gaudiezza da rifiuto' all''ansia da non centrismo', passando per la 'disfunzione da snodismo congenito', fino alla 'wazzappite'. Solo solo alcune delle "psicopaturnie della vita quotidiana", raccontate nel libro "Sociopatie, sociofobie e sociofollie" (Grafica Elettronica, 10,88 euro), da Cinzia Armelisasso, neurologa e pediatra, e Lucia Valdarnini, architetto. Le autrici si sono cimentate in uno spassoso trattato di 'psicologia per tutti', tracciando in modo ironico alcuni identikit psicopatologici molto comuni, in cui ciascuno, col sorriso, può riconoscersi o riconoscere altri. E non solo: il ricavato del libro sarà devoluto in beneficenza per alcuni progetti in Congo.

"Il libro nato per scherzo - spiega Armelisasso - doveva essere un modo per dissacrare i comportamenti degli amici, familiari, conoscenti, e chiaramente i nostri. Volevamo raccontare le dinamiche che ogni giorno ci troviamo a vivere e a vedere". Le autrici si sono così divertite a dare un nome ad ogni patologia, anche coniando vere e proprie sigle come si fa in medicina, con tanto di glossario, nelle ultime pagine.

Le 'malattie' sono suddivise in: "Patologie che si riversano sugli altri e sul mondo intero" tra le quali figurano "la sindrome dell'h.s.a" (che sta per "ho sopportato abbastanza"), la "disfunzione da snodismo congenito" alla "trebisondite acuta" per citarne alcuni. La seconda classe di patologie riguarda quelle "che si ritorcono contro se stessi", e che vanno dal "gaffismo inconsapevole" al "disturbo da accoglienza spasmodica". Infine le "Patologie nell’era dei social network": dalla "Wazzappite conpulsiva reattiva" alla "Sindrome delle mail senza riposo". Segue la parte con i "Rimedi e le terapie consigliate".

Una lettura piacevole e amena, che fa riflettere, ma fa anche del bene. Le autrici hanno deciso infatti di destinare il ricavato delle vendite del libro a un progetto umanitario 'valutato sul campo' in prima persona. "Dopo un viaggio in Congo con la Fondazione Cariello Corbino (www.fondazionecariellocorbino.org) abbiamo deciso - riferisce Armelisasso - di destinare i proventi alla costruzione di un orfanotrofio dove saranno ospitati 62 bambini che attualmente vivono in condizioni disumane, senza acqua, senza elettricità, e dividendo un letto anche in quattro. Speriamo che questo piccolo seme che a noi sta regalando tante risate spensierate possa dare anche i frutti per questo piccolo grande progetto", conclude la pediatra-neurologa-scrittrice, da tempo impegnata in progetti di cooperazione internazionale.

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