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A Milano campagna ActionAid contro le mutilazioni genitali femminili

05 maggio 2018 | 18.15
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05/05/2018, Milano, Piazza Gae Aulenti, ActionAid promuove la campagna di raccolta fondi 'Non mi volto', che invita a sostenere a distanza le bambine che vivono nei paesi del mondo in cui vengono praticate le mutilazioni genitali femminili (MGF) - Flavio Lo Scalzo
05/05/2018, Milano, Piazza Gae Aulenti, ActionAid promuove la campagna di raccolta fondi 'Non mi volto', che invita a sostenere a distanza le bambine che vivono nei paesi del mondo in cui vengono praticate le mutilazioni genitali femminili (MGF) - Flavio Lo Scalzo

Ancora oggi almeno 200 milioni di donne e bambine subiscono mutilazioni genitali femminili in 30 paesi del mondo. Di queste, circa 44 milioni sono bambine e adolescenti con meno di 14 anni. Le zone più interessate da questo fenomeno sono l’Africa sub-sahariana, alcune parti del Medioriente e dell’Asia. Contro questa pratica, ActionAid ha inaugurato a Milano la campagna 'Non mi volto'. Fino a domani, in Piazza Gae Aulenti un'installazione virtuale e una raccolta fondi sensibilizzeranno i cittadini sul problema che affligge Paesi come l'Etiopia, la Tanzania, il Gambia, il Ghana, il Kenya e la Nigeria.

Il pubblico entrerà in una capanna e, con l'ausilio di visori, vivrà insieme a Leila, una bambina che sta per subire la mutilazione, i momenti che precedono la realizzazione della pratica, scegliendo poi di poter cambiare il suo futuro e quello di tante giovani donne. Hanno preso parte all’iniziativa, provando l’esperienza di realtà virtuale in prima persona la regista Maria Sole Tognazzi, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Alberto Barbera, l’attrice Giulia Bevilacqua, l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e Beatrice Costa, responsabile del Dipartimento Programmi di ActionAid Italia.

“In molti paesi la pratica delle mutilazioni è stata definita illegale, ma gli interventi di tipo normativo, pur fondamentali, non bastano", spiega Barbara Costa. "Serve un lavoro di prevenzione e accompagnamento delle comunità e di sfida ad alcune convinzioni, svolto secondo una logica non stigmatizzante ma cercando di costruire ponti di vicinanza. Grazie all’adozione a distanza lavoriamo ad ampio spettro su attività educative, formative e di empowerment, per superare pratiche che ancora oggi impediscono alle donne di essere libere".

Sebbene molti Stati abbiano varato leggi nazionali che vietano la pratica e dal 2008 oltre 15mila comunità abbiano dichiarato di averla accantonata, l'attuale tasso di abbandono delle mutilazioni genitali femminili non è abbastanza elevato da controbilanciare la crescita della popolazione, con il rischio che i casi di mutilazione possano aumentare nei prossimi anni.

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