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Expo, Maroni condannato a un anno

18 giugno 2018 | 14.52
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Roberto Maroni (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Roberto Maroni (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno condannato Roberto Maroni a un anno di carcere e a 450 euro di multa (pena sospesa) nel processo legato ad Expo. La Corte lo ha assolto, "perché il fatto non sussiste", dal reato di induzione indebita per avere esercitato pressioni per far partecipare a una missione a Tokyo una sua ex collaboratrice, Maria Grazia Paturzo, a cui, secondo l'accusa, l'ex presidente della Regione Lombardia sarebbe stato legato da una "relazione affettiva".

I giudici hanno invece riconosciuto Maroni - assente per la lettura della sentenza - colpevole per il secondo capo di imputazione: la turbata libertà del contraente per l'affidamento di un incarico in Eupolis, ente di ricerca della Regione, alla ex collaboratrice Mara Carluccio. Una pronuncia che accoglie solo in parte la ricostruzione del procuratore aggiunto Eugenio Fusco che aveva chiesto 2 anni e 6 mesi.

"Sono deluso, ma non mi scoraggio: ribadisco la mia totale estraneità a qualsiasi comportamento illecito. Il tribunale mi assolve dal reato più grave e mi condanna per una raccomandazione mai fatta", è la reazione dell'ex governatore; mentre il difensore Domenico Aiello annuncia ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni tra 90 giorni. Condanna a 1 anno per Giacomo Ciriello ex capo della segreteria politica di Maroni, per Andrea Gibelli ex segretario generale del Pirellone la pena è di 10 mesi e 20 giorni e di 6 mesi invece per Carluccio.

I giudici, al termine della Camera di consiglio durata due ore circa, hanno anche chiesto la trasmissione degli atti affinché la procura valuti l'ipotesi di reato di falsa testimonianza per l'ex collaboratrice Paturzo, Isabella Votino (ex portavoce di Maroni) e l'avvocato Cristina Rossello, parlamentare nelle fila di Forza Italia, 'colpevoli' di aver taciuto la relazione tra Maroni e Paturzo. Atti alla procura anche per l'ex direttore generale di Eupolis Alberto Brugnoli che aveva già patteggiato a otto mesi. Paturzo "più che la figura di collegamento tra la Regione e Expo, è a disposizione del presidente Maroni. Il loro rapporto sentimentale - spiega l'accusa nella requisitoria - è noto a tutti gli attori principali di questa vicenda, nonostante sia stato da loro negato".

La sua presenza per il viaggio a Tokyo (poi sfumato) del 2 giugno 2014, nell'ambito del 'World Expo Tour', "è dettata unicamente dalla relazione affettiva con Maroni". Ma per i giudici le presunte pressioni perché il viaggio da 7mila euro fosse pagato con soldi pubblici non sussistono. Per Carluccio, secondo l'accusa, l'ex governatore "è l'ispiratore" di una procedura di gara che viene modellata sull'ex collaboratrice.

"Lei parla dal primo minuto di questo contratto come se fosse suo", le parole usate dal procuratore aggiunto Fusco in aula. Un presunto bando su misura, con un compenso annuo di 29.500 euro, che costa la condanna di Maroni. "Il processo è fatto di prove, di fatti e di una sentenza che in parte è condivisibile, è invece difficile - spiega il difensore Aiello - comprendere la condanna: non ci sono intercettazioni tra Maroni e le persone che si sono occupate del contratto della Carluccio".

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