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Boom di denunce per whistleblowing

28 giugno 2018 | 15.06
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(Fotogramma)
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Sono 334 i fascicoli aperti dall'Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2018, da gennaio a maggio. In media oltre due al giorno, per un totale di 66,8 al mese. Trenta in meno rispetto allo scorso anno, ma numeri ancora alti rispetto alle 174 del 2016 e alle 125 del 2015. Sono i dati del terzo Rapporto sul whistleblowing - lo strumento legale usato per segnalare un eventuale pericolo o un'irregolarità sul posto di lavoro - presentato questa mattina nella Sala Spadolini del Ministero dei beni e delle attività culturali, alla presenza del ministro del Mibact Alberto Bonisoli, del Presidente Anac, Raffaele Cantone, del Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone, del Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, e della curatrice del Rapporto, magistrato Tar Anna Corrado.

LE SEGNALAZIONI - Tra le segnalazioni ricevute da Anac, secondo il Rapporto, 16 sono state inviate alla Procura della Repubblica per fatti di rilievo penale, 10 alla Corte dei conti per danno erariale e 15 all'Ispettorato della Funzione pubblica. Il "whishtleblower è, nel 56.3% dei casi, un dipendente pubblico che lavora nelle Regioni o negli enti locali (36.2%), nelle amministrazioni (17%), istituzioni scolastiche (16.8%) e aziende sanitarie o ospedaliere (15%). Le tipologie di condotta illecita riportate più frequentemente ad Anac sono: ritorsioni (25%), corruzione e cattiva amministrazione (22%) e appalti illegittimi (17%). Le segnalazioni provengono in maggior parte dal Sud e dalle isole, con il 42.81% dei casi, seguito dal Nord con il 32.34%.

LE CRITICITA' - La curatrice del Rapporto, magistrato Corrado, ha sottolineato quelle che sono state le criticità del terzo anno di monitoraggio. In primis, la scarsa qualità delle segnalazioni che spesso risultano infondate o perpetrate per scopi personali; in secondo luogo la scarsa fiducia nell'istituto del whistleblower che, nonostante la legge 179 del 2017 in tutela di chi denuncia, continua ad essere guardato con sospetto; infine l'utilizzo improprio dell'istituto, attraverso segnalazioni riferite a materie non di competenza: da provvedimenti disciplinari ritenuti ingiusti, attraverso mancate progressioni di carriera, fino a episodi di mobbing o procedure concorsuali illegittime."Residuano le criticità della vecchia legge, però migliorano qualità e quantità delle segnalazioni - ha dichiarato Raffaele Cantone, presidente Anac - è un Rapporto prodromico soprattutto al prossimo, in cui potremo davvero verificare gli effetti della nuova normativa. Questo è il segnale che le persone non girano più la testa dall'altro lato, non significa aumento della corruzione ma semmai dell'anticorruzione. Non stiamo parlando di aumento di reati, ma di nuova sensibilità. Credo che le segnalazioni potrebbero addirittura aumentare ancora, se assicurassimo una vera tutela a chi denuncia".

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