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Roma

"Sgombero imminente", l'appello di Officine Zero

28 giugno 2018 | 14.21
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"Si faccia chiarezza su quanto sta per accadere in quest'area", è l’appello lanciato ieri da Officine Zero durante il dibattito 'Pubblico, privato e comunità', sugli incontri intercorsi tra i lavoratori di OZ e il gruppo Bnl/Bnp Paribas interessato all’acquisto dello spazio delle ex RSI (Rail Service Italia), sottoposto a procedura fallimentare.
"Abbiamo provato a strappare una porzione dell’area coinvolta, perché resti di pubblica utilità - ha dichiarato Officine Zero -. Ci è stato detto di no, ma la trattativa ancora non è conclusa. Nel frattempo è arrivata un'ordinanza di sgombero…".
L’incontro, rivolto alla cittadinanza, e che ha visto la partecipazione di altri spazi sociali a rischio come Spintime Lab e Metropoliz, si è focalizzato sui temi della rigenerazione urbana e della speculazione edilizia.
"Ormai della rigenerazione parlano solo i costruttori, si parla di metri cubi, ma la rigenerazione è qualcosa di diverso. Questa è la battaglia, una battaglia che parte dal riutilizzo degli spazi e non dal consumo. Oggi possiamo ragionare insieme su come affermare che spazi di questa natura (Officine Zero come Metropoliz e altri) sono la vera risorsa per questa città", ha sostenuto Paolo Di Vetta di Metropoliz.
"L'operazione su Oz non è una questione isolata", sottolinea Alessandro Splendori di Officine Zero. "Si tratterà, nei fatti, di un intervento gigantesco che coprirà un'area di oltre 20.000 metri quadri, tra Casalbertone a Pietralata e di cui non si parla. Noi ci siamo trovati al centro di questa operazione". Da qui un appello di OZ al mondo dell’informazione affinché venga condotta un’inchiesta su quanto sta avvenendo nel quadrante tiburtino, perché tutto sia noto.
Officine Zero sorge dove un tempo c’erano le RSI, servizi ferroviari per la manutenzione e la riparazione dei treni notte. Poi arrivò l’alta velocità e quei vecchi vagoni sgangherati, e gli operai che vi lavoravano, non servirono più.
Il 1° giugno del 2013, nasce Oz-Officine Zero, un progetto di rigenerazione urbana condotta dal basso, che interessa un'area di 20.000 mq (che poteva essere colonizzata, danneggiata e vandalizzata in questi anni). Oz, invece, nasce come multifactory, dove l'innovazione del lavoro passa attraverso l'utilizzo e la produzione di energia sostenibile, la condivisione di spazi e competenze, la ricerca e lo sviluppo di pratiche di riuso dei materiali e che accoglie, all'interno di un sistema di economia collaborativa, lavoratori indipendenti, piccole cooperative, associazioni, artigiani e lavoratori dell'intelletto (per un totale di circa 50 persone).
Nell’area delle ex RSI sono attualmente attivi un coworking da 20 postazioni, una falegnameria, una saldatura, un reparto verniciatura, due officine comuni per la lavorazione artigianale, un'officina di prototipazione e design, un laboratorio di tappezzeria, uno studio di sartoria, una sala di posa. Tutto a partire da spazi e macchinari preesistenti, recuperati e rimessi in funzione in maniera autogestita.
In due capannoni si alternano piccoli e grandi eventi
, come conferenze, workshop, esposizioni, allestimenti, concerti, presentazioni di libri. Parte rilevante del progetto di Officine Zero è infine il recupero e la valorizzazione delle aree verdi presenti, nella prospettiva di farne, un giorno, un parco pubblico aperto al quartiere.

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