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De Giorgi: "Situazione diversa da Mare Nostrum, aprire corridoi umanitari"

03 luglio 2018 | 16.07
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(Afp)
(Afp)

Porti chiusi alle Ong, nuove tragedie in mare. E' il momento di pensare a una riedizione dell'operazione Mare Nostrum? "Le condizioni sono cambiate, quella missione non sarebbe più possibile", dice all'Adnkronos l'ammiraglio Giuseppe de Giorgi, già Capo di Stato maggiore della Marina Militare e responsabile della missione militare. "Abbiamo un'altra situazione dal punto di vista operativo. L'obiettivo di quel dispositivo, che interveniva nell'area di Lampedusa a 60 miglia dalle acque libiche, era umanitario per evitare che i barconi naufragassero provocando centinaia di vittime. Altri obiettivi erano l'arresto degli scafisti, affrontare in tempo problemi sanitari e la segnalazione dei migranti che sbarcavano. Ora le Ong, posizionandosi in prossimità della costa libica, creano una situazione diversa. I migranti -rileva l'alto ufficiale- si avventurano sapendo che troveranno chi li porterà in salvo".

Tra l'altro, sottolinea l'ammiraglio De Giorgi, "bisogna distinguere il soccorso in mare, che va garantito sempre, dalla destinazione di chi viene soccorso. Insomma - chiarisce - non deve essere automatico che le persone soccorse siano portate nel Paese della nave che ha effettuato il salvataggio. Le convenzioni internazionali sono state pensate per naufragi di navi in transito e non per un esodo migratorio di questa portata".

A giudizio di De Giorgi "è necessario organizzare corridoi umanitari con la sorveglianza dell'Italia e degli altri Paesi europei e aiutare la Libia a ripristinare la stabilità politica". Insomma, conclude, "bisogna fare accordi e garantire l'asilo ai richiedenti che ne hanno diritto". Quanto alle recenti polemiche tra l'Italia e la Francia, "da Parigi non devono insegnarci niente, sono stati loro i primi a chiudere le frontiere".

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