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"Sì vax", la petizione delle mamme

11 agosto 2018 | 16.38
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Una petizione per dire "sì" ai vaccini obbligatori per poter frequentare la scuola. Questa l'iniziativa di un gruppo di mamme, i cui figli sono immunodepressi in conseguenza di un trapianto di fegato, lanciata su Change.org e arrivata ormai a oltre 135mila firme in soli sette giorni. Una petizione-lettera condivisa sulla piattaforma da IoVaccino che, spiegano, "sarà inviata a tutti i parlamentari per evitare che gli emendamenti proposti al Decreto Milleproroghe rendano inutile la legge attualmente in vigore".

Spaventate dai rischi che potrebbero correre i loro figli, impossibilitati a vaccinarsi e più vulnerabili, le mamme hanno quindi deciso di prendere in mano la situazione e rivolgersi direttamente al premier Giuseppe Conte, al ministro della Salute Giulia Grillo e al Parlamento intero: "Siamo un gruppo di mamme - scrivono nel testo della petizione dal titolo 'Difendiamo tutti i bambini, sì ai vaccini per andare a scuola' - accomunate dallo stesso destino: le patologie al fegato dei nostri bambini. Patologie che le persone sane non conoscono e non hanno mai sentito pronunciare, malattie crudeli che hanno portato i nostri bimbi al trapianto e a essere immunosoppressi, patologie spaventose che ci hanno costrette a combattere con i nostri figli una battaglia grande, alla faticosa scalata di una montagna".

Spiegano il motivo della loro lettera, le mamme, che raccontano il passaggio dalla gioia di una nascita alle "fredde pareti di un ospedale. Giorni interminabili di esami, di aghi infilati in piccole braccia che dovrebbero sentire solo l'amore. E pianti, tanti pianti". Vita da genitori che "non hanno tempo per piangere: devono sorreggere i loro bambini e combattere con loro questa battaglia. Genitori che la morte l’hanno vista davvero in faccia e l’hanno tenuta lontana con tutte loro forze". Una battaglia da fare per loro, i "piccoli giganti guerrieri che combattono con forza immensa, aggrappati alla vita".

"Il trapianto - spiegano le ventuno mamme prime firmatarie - è stato una salvezza per i nostri bambini. Non una passeggiata, sia chiaro: ma una luce nel buio, nonostante le difficoltà e i rischi. Il più grande: l’immunosoppressione. Sapete cosa significa? In parole semplici, la soppressione di parte del sistema immunitario, necessaria a prevenire il possibile rigetto dell’organo trapiantato. Una condizione in cui quelle che per tutti voi potrebbero essere 'semplici' malattie, per i nostri bambini rappresentano il rischio di gravi complicazioni e conseguenze molto serie: una varicella o un morbillo, nei nostri bambini, avrebbero effetti devastanti sul fegato trapiantato. Le malattie virali sono molto pericolose per i nostri figli e rappresentano un rischio supplementare che abbiamo il diritto di non correre, perché può essere facilmente evitato".

Ecco, quindi, il perché di questa nuova battaglia: l'autocertificazione delle vaccinazioni e la cancellazione del termine del 10 luglio per presentare la documentazione a scuola recentemente introdotte dal governo, per le mamme significa "giocare con la pelle dei nostri bambini". Perché "i nostri bambini, tutti i bambini - spiegano -, hanno diritto a una protezione che un'autocertificazione non offre, perché non esiste nessuna garanzia di controllo, perché non è previsto un termine certo e a scuola si può entrare anche senza, perché le conseguenze di un abuso di questo strumento non sarebbero limitate a chi lo commette e ricadrebbero sugli altri, proprio sui più fragili".

Non si tratta, dicono, della ricerca di "pietà o compassione ma, per quanto possibile, di una vita normale per i loro piccoli, "fatta di corse nei prati con i compagni di scuola, di abbracci senza paura e di risate con gli amici: un’autocertificazione - chiedono - può assicurargli tutto questo? Per questo ci battiamo, per i nostri bambini e per tutti quelli che hanno diritto di vivere in un ambiente protetto, diritto che lo Stato ha il dovere di garantire".

Nessuna scelta politica, precisano, nello scrivere la lettera, ma la pretesa della tutela dei bambini e il rispetto della loro condizione: "Crediamo fermamente che i nostri bambini abbiano il diritto di sentirsi sicuri e che questo diritto debba essere anche un impegno dello Stato e delle istituzioni: siamo la voce dei nostri bambini, siamo la loro forza. Guardate gli occhi dei nostri bambini - concludono Roberta, Michela, Chiara, Concetta e le altre - perché crediamo che a questi occhi dovete tanto".

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