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La polemica

Mentana bacchetta Conte

17 agosto 2018 | 12.08
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(Fotogramma)
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"Viva lo stato di diritto, sempre e comunque". A scriverlo su Facebook era stato ieri Enrico Mentana, che oggi torna sul concetto, ampliandolo, e cogliendo così l'occasione per bacchettare il presidente del Consiglio a proposito di Autostrade. Al centro del post, le affermazioni di Giuseppe Conte dopo il disastro di ponte Morandi - "Non possiamo attendere i tempi della giustizia penale", aveva detto a proposito dell'eventuale revoca delle concessioni alla società -, non esattamente, scrive Mentana, "quel che mi aspetto da un premier che si è presentato il primo giorno come avvocato degli italiani". La giustizia sommaria, sottolinea infatti il direttore del tgLa7, "la lasciamo ai tribunali rivoluzionari e ai regimi dittatoriali".

"Quando accade una tragedia - sostiene il giornalista - è comprensibile e inevitabile che prevalgano la rabbia e il desiderio di giustizia immediata. Ma è proprio per questo motivo per cui esiste lo stato di diritto e opera la democrazia rappresentativa". Per Mentana infatti - che precisa di non aver "mai avuto a che fare con Autostrade (non ho nemmeno la patente) o con la Benetton (i miei tg non si occupano di moda) - "se si accerterà una responsabilità diretta o in mancata vigilanza da parte della società Autostrade - come di ogni altro soggetto potenzialmente implicato - credo che la punizione debba essere esemplare e senza mercanteggiamenti".

"Ma tutto questo - avverte il direttore - non può avvenire a ritmo di tweet e dichiarazioni a favore di telecamera. Se il premier ritiene intollerabilmente lunghi i tempi della giustizia promuova una riforma radicale del settore. Se, come sarebbe giusto e comprensibile, pensa che di fronte a decine di morti si debbano avere certezze in tempi rapidi, istituisca una commissione con pieni poteri ispettivi composta dai massimi esperti del settore, con la missione di stabilire entro un mese cosa è davvero successo e perché, dia modo a chi sarà chiamato in causa, Autostrade, Anas o ministero delle Infrastrutture che sia, di presentare le sue tesi difensive, e poi sarà in grado di prendere anche le decisioni più drastiche, senza attendere o ostacolare il cammino della giustizia. La giustizia sommaria - conclude quindi Mentana - la lasciamo ai tribunali rivoluzionari e ai regimi dittatoriali: è quel che mi aspetto da un premier che si è presentato il primo giorno come avvocato degli italiani"

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