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Genova

"Abbattere i tronconi del ponte Morandi"

22 agosto 2018 | 14.21
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Dovranno essere abbattuti i tronconi di ponte Morandi. La Commissione ispettiva del Mit incaricata delle verifiche tecniche dopo il crollo nella sua relazione tecnica non fa riferimento ad altre ipotesi al di fuori dell'abbattimento dei piloni rimasti in piedi e specifica: "Si ritiene comunque necessario dare tale informazione tempestivamente alla protezione civile e ai soggetti interessati dalle operazioni di ripristino dei luoghi ai fini della gestione degli accessi alla area rossa e, più in generale, in merito a tempi e modalità dei prossimi provvedimenti da assumere per l'abbattimento dei tronconi del ponte". 

"Si ritiene indispensabile evidenziare - si legge nella relazione della Commissione inviata al Ccs, Centro coordinamento soccorsi, e alle autorità che coordinano la fase dell'emergenza - che dall'esame tecnico della documentazione progettuale emerge, con riferimento alla pila numero 10 sopravvissuta al crollo, uno stato di degrado dei materiali, ovvero della corrosione dei trefoli dei cavi di precompressione primari e secondari, di grado più elevato (4 su una scala di 5) rispetto a quello che era stato riscontrato nella pila n.9 crollata, che risultava di livello 3".

Il prefetto di Genova Fiamma Spena, al termine della riunione del Ccs, ha riferito: "E stato evidenziato sul pilone 10 uno stato di corrosione di grado elevato". "Ci siamo riuniti - ha spiegato - per verificare se ci fossero attività da porre in essere in via precauzionale". Sullo stato del tronco est del viadotto rimasto in piedi, il prefetto ha detto: "La commissione ispettiva del Mit ha evidenziato una situazione di pericolo e di criticità elevata ma io non so dire se c'è un rischio concreto di crollo". "La commissione sta valutando eventuali e ulteriori scenari di rischio - ha continuato - scenari che ribadisco il Comune ha già valutato quando ha perimetrato l'area rossa. Ci stiamo confrontando per aumentare la vigilanza intorno all'area per essere pronti". Al vertice ha preso parte anche l'architetto Roberto Ferrazza. 

"Abbiamo parlato con il Comune - ha aggiunto il prefetto - per la perimetrazione della zona rossa ma gli scenari erano già stati censiti e al momento, secondo il Comune, non emergono esigenze di ampliare l'area rossa salvo che i tecnici non forniscano ulteriori indicazioni". "C'è una continua vigilanza attraverso le forze di polizia all'area rossa all'esterno - ha aggiunto - ed è sospeso il prelievo dei beni dalle abitazioni evacuate finché la commissione non avrà ultimato le verifiche".

AUTOSTRADE - In merito alla necessità di intervenire per la messa in sicurezza del pilone 10 del viadotto Polcevera, Autostrade per l'Italia, in una nota della Direzione di Tronco di Genova, fa sapere che "si è già attivata per le verifiche necessarie alla messa in sicurezza dell'area sottostante. La messa in sicurezza dell'infrastruttura verrà realizzata nei tempi tecnici strettamente necessari, nel rispetto delle indicazioni della Procura di Genova, ed è finalizzata alla successiva demolizione del pilone 10".

TOTI - Per il presidente della Regione Liguria e commissario delegato all'emergenza di Genova Giovanni Toti "bisogna puntare all'abbattimento nel più breve tempo possibile di tutto quello che rimane del ponte Morandi, una brutta carcassa e un brutto simbolo". La Regione ha inviato una lettera ad Autostrade per l'Italia e al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, evidenziando gli "obblighi del soggetto gestore dell'infrastruttura in merito alle attività di verifica, consolidamento, messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del viadotto non collassati e instabili" chiedendo di "conoscere le attività che Società Autostrade per l'Italia, in quanto soggetto gestore dell'infrastruttura autostradale A10, intende immediatamente porre in essere, nel rigoroso rispetto delle azioni richieste dall'Autorità Giudiziaria, per la messa in sicurezza o demolizione dei tronconi del viadotto non collassati ed instabili".

Alla lettera inviata da Toti è arrivata la risposta positiva di Autostrade per l'Italia. La prima riunione tra la società concessionaria e la struttura commissariale per valutazioni di competenza si svolgerà domani presso la sede di Regione Liguria.

SI MUOVE L'ANAC - L'Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha chiesto intanti alla società Autostrade l'invio degli atti necessari alla manutenzione del viadotto della A10 approvati dal Cda. Si tratterebbe di progetto, capitolati tecnici e bando ed eventuali pareri richiesti al ministero delle Infrastrutture. Gli accertamenti sarebbero legati, come anticipato dal presidente dell'Anac Raffaele Cantone a La Stampa, a "una più generale questione di disparità tra investimenti programmati e realizzati".

Autostrade per l'Italia in relazione all'apertura da parte di Anac di un'istruttoria per verificare l'attuazione delle previsioni di investimento contenute nel Piano Economico Finanziario sottolinea in una nota che "la mancata attuazione del 72,89% degli interventi previsti nel PEF si riferisce ad investimenti per il potenziamento della rete genovese (Gronda e nodo San Benigno) e non riguarda in alcun modo le attività di manutenzione". E comunque "il dato non deriva da scelte compiute dalla società, ma è l'effetto dei notevoli ritardi da parte delle istituzioni competenti". I ritardi sono stati - si precisa - sia "nell'approvazione del progetto della Gronda di Genova" che nel rendere "disponibili alla società le aree del Lotto 2 di San Benigno (il potenziamento dell'accesso all'area portuale di Genova)". In particolare, spiega Autostrade, "il progetto definitivo della Gronda di Genova è stato approvato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti solo nel settembre del 2017: da ciò deriva l'attuale previsione di inizio lavori nel febbraio del 2019. Ma le previsioni di investimento citate nella nota di ANAC si basano su quanto era previsto nel Piano Economico Finanziario del 2013, in cui si assumeva che l'autorizzazione fosse concessa nel novembre 2015 e l'avvio dei lavori avvenisse nel febbraio del 2017".

Autostrade ricorda come "lo slittamento di circa due anni e la conseguente minor spesa per investimento sono state causate dal tempo - superiore al previsto - impiegato sia per la conclusione dell'intesa Stato-Regione che per l'approvazione del progetto definitivo da parte del Ministero competente". "Per quanto riguarda invece il nodo di San Benigno - aggiunge la società - si sono verificati ritardi nella messa a disposizione della Società delle aree interessate dai lavori a causa dell'interferenza con impianti e reti tecnologiche di altri gestori". Autostrade per l'Italia conclude ribadendo la volontà di collaborare "in modo tempestivo e puntuale con l'Autorità Nazionale Anticorruzione per fornire tutte le informazioni necessarie ad ottenere il pieno e tempestivo adempimento degli obblighi di Concessione anche per i piani manutentivi".

GDF NEGLI UFFICI DI AUTOSTRADE - Gli uomini della Guardia di finanza si sono recati oggi negli uffici di Autostrade per l'Italia di Genova, Roma e Firenze per dare esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dalla procura di Genova nel quadro dell'inchiesta aperta sulle cause del crollo di Ponte Morandi dello scorso 14 agosto. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato documenti tecnici, carte amministrative e documentazione contabile sui controlli periodici e i lavori eseguiti nel tempo sul viadotto, sulle sue condizioni e sulle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Sotto la lente ci sono le documentazioni su lavori realizzati o progettati ed i conseguenti appalti. Tra il materiale sequestrato ci sono contratti, capitolati speciali, stati di avanzamento, documentazione di cantiere e piani di sicurezza e collaudi. 

ATLANTIA AL CONTRATTACCO - Oggi il cda di Atlantia si è riunito per esaminare la situazione seguita al crollo del ponte Morandi e alla lettera inviata dal governo, con cui si annuncia la revoca della concessione. Il consiglio di amministrazione di Atlantia, si legge in una nota, ''ha avviato la valutazione degli effetti delle continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società avendo riguardo al suo status di società quotata, con l'obiettivo di tutelare al meglio il mercato e i risparmiatori''.

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