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Pistoia

Don Biancalani: "Il centro non è chiuso"

28 agosto 2018 | 16.13
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

“Il centro non è chiuso”. A dirlo è Don Massimo Biancalani, parroco e direttore del centro Vicofaro per i migranti a Pistoia, ai microfoni di Radio Capital. “Abbiamo avuto un'ingiunzione da parte della Prefettura per la messa a norma del locale cucine del centro, dopo alcuni controlli dei Vigili del fuoco - spiega - E per il rischio incendi abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura. Ma il centro non è chiuso, noi continuiamo con il nostro progetto".

E alla domanda se sia casuale che il ministro Salvini abbia detto 'tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani' don Biancalani risponde: “Salvini è solito dire stupidaggini. Faremo i lavori di messa in sicurezza della cucina e ripartiremo con più forza. Stia tranquillo Salvini! Noi non ci fermiamo”.

"Come è stato ampiamente riportato dai mezzi di informazione - si legge in una nota della Diocesi - in questi giorni effettivamente è stata recapita anche alla Curia Diocesana una lettera della Prefettura di Pistoia con la quale si invita l’Associazione Virgilio - Città futura, Ente gestore del Cas ospitato nei locali della parrocchia di Vicofaro, a trovare con urgenza strutture idonee ove ricollocare immediatamente i richiedenti asilo, in quanto, da relazione dei Vigili del Fuoco allegata, l’attuale struttura al momento è da ritenersi 'non idonea'. La stessa relazione elenca una serie considerevole di criticità, anche gravi, persino pericolose. Si sa che sono in corso inoltre accertamenti edilizi e sanitari di cui non si conoscono ancora gli esiti. La dichiarazione di 'non idoneità' rende problematica anche l’ospitalità offerta a tutti coloro che non rientrano nel progetto Cas" spiega la Diocesi.

"La situazione si presenta seria e non può essere sottovalutata e neppure passata sotto silenzio, dal momento che la nascita della suddetta Associazione, rappresentata da Alessandro Vivarelli, fu a suo tempo approvata da Mons. Vescovo, avendo avuto però assicurazione che tutto si sarebbe svolto nel migliore dei modi, e inoltre per il fatto non trascurabile che i locali della parrocchia di Vicofaro ricadono 'in primis' nella diretta responsabilità del parroco, che è legale rappresentante ed è chiamato a risponderne anche penalmente, ma in ultima istanza chiamano in causa il Vescovo che è tenuto a vigilare sull’insieme della vita diocesana e delle parrocchie" continua la nota.

"Dispiace dover constatare quanto ci è stato comunicato e ci sorprende, dal momento che Mons. Vescovo, invitando all’accoglienza e sostenendola sempre, ha affermato anche che la doverosa accoglienza di chi è nel bisogno va fatta bene, al meglio, in ambienti sicuri e idonei, con l’assistenza di personale sufficiente, qualificato e capace e che questa deve essere una preoccupazione costante - sottolinea la Diocesi - In ogni caso, è certo che la Diocesi offrirà la massima collaborazione sull’attuazione di quanto la Prefettura, i Vigili del fuoco o altre istituzioni preposte indicano come necessario per una idonea accoglienza in strutture adeguate. Si assicura, anche attraverso la Caritas diocesana (che da tempo ha offerto, per quanto possibile, il sostegno materiale alle iniziative di accoglienza di don Massimo) tutto il supporto necessario a don Massimo Biancalani, perché la situazione possa evolversi nel migliore dei modi e dia più tranquillità anche a lui - conclude la nota - Mons. Vescovo ha già dato disposizioni perché d’ora innanzi da parte della Curia diocesana si metta in atto una più attenta vigilanza su ciò che avviene negli ambienti appartenenti alla chiesa e tutto si svolga nella correttezza e trasparenza da tutti i punti di vista".

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