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"Mi mangerò il tuo cuore", condannato boss che minacciò cronista

28 settembre 2018 | 17.35
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Paolo Borrometi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Paolo Borrometi (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

I giudici del tribunale di Ragusa hanno condannato a un anno e sei mesi di reclusione Venerando Lauretta, ritenuto il reggente del clan mafioso Carbonaro-Dominante di Vittoria (Ragusa), accusato di gravi intimidazioni nei confronti del giornalista Paolo Borrometi. Venerando Lauretta è stato sottoposto a procedimento penale con le ipotesi di reato di minacce di morte, tentata violenza privata, aggravate dal metodo mafioso. Lauretta, a seguito di alcuni servizi giornalistici di Borrometi sul mercato ortofrutticolo di Vittoria, aveva minacciato il giornalista.

Il cronista sarebbe stato indicato da Lauretta come il responsabile della chiusura di un box al mercato e di aver consentito l'apertura di indagini a suo carico. In un'occasione il boss aveva apostrofato il giornalista con una minaccia inequivocabile: "Il tuo cuore verrà messo nella padella e dopo me lo mangerò ti verrò a trovare a Roma pure che non vali neanche i soldi del biglietto. Non ti salva ne anche Gesù Cristo, pure che mi arrestano c'è chi vieni a cercarti". I giudici hanno disposto risarcimenti da liquidarsi in separata sede per le parti civili, e il pagamento delle spese per ogni patrocinatore per 1.500 euro ciascuna oltre accessori.

Lauretta era stato sottoposto a serrate indagini a cura della questura di Ragusa con il coordinamento dei magistrati della Dda di Catania. Il processo era iniziato a Ragusa il 13 ottobre 2017 e a fianco di Paolo si erano costituiti parte civile la Fnsi, l’Ordine nazionale dei giornalisti, l’Ordine dei giornalisti della Sicilia e il Comune di Vittoria. Paolo Borrometi, commentando la sentenza, ha detto: "Oggi penso che sia una bellissima giornata per la libertà di stampa".

Per il vice-presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, "la sentenza di condanna di Lauretta consente a Borrometi di lavorare con la necessaria serenità dopo le pesanti minacce subite. Lo Stato ha fatto sentire la sua voce anche in questa occasione. L’Unci sarà sempre al fianco dei cronisti minacciati”. Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, "si rinnova la vicinanza del Gruppo siciliano a Paolo Borrometi, nella certezza che continuerà a svolgere il proprio lavoro sempre con coraggio e determinazione".

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